Inviato: Ven 16 Giu 2006-16:01 pm Oggetto: Quattro chiacchere sui coltelli in generale.
In un altro forum (di orologi) ho trovato diversi appassionati di coltelli, allora scrivevo queste parole per spiegare la mia piccola passione per i coltelli:
<<Ho iniziato ad amare i coltelli tano tempo addietro, avevo un victorinox di quando facevo lo scout e comperai qualche porcheria varia fino a quando non ho cominciato a capirci qualcosina in più.
C'è stata una parentesi molto lunga nella quale avevo diversi coltelli industriali più o meno famosi ma tutti molto buoni. L'unico problema è che non avevo il tempo di usarli e quindi mi dispiaceva lasciarli nel cassetto.
Li ho venduti tutti con sommo dispiacere.
Poi è venuta la consapevolezza di quello che rappresenta per un uomo il coltello, almeno dal mio punto di vista.
Veniamo da una civiltà contadina nella quale il coltello era uno strumento altrettanto importante come la zappa. Ricordo mio nonno, viveva in campagna e usava il suo coltello per fare tutto, dal cavare una pianta d'insalata al tagliare il pane.
Oggi penso che ognuno di noi dovrebbe avere un coltello in tasca, non per accopare qualcuno come fanno le teste di ca@@o ma perché è utile e fa parte del nostro DNA.
Quando in montagna vado con gli amici a fare qualche grigliata o scampagnata magari vedo tante persone col coltellino in tasca ma ben pochi che lo apprezzano veramente.
Appena mi ricordo ti posto una bellissima poesia chiamata er cortelluccio che sintetizza un poco il mio pensiero, nel frattempo riporto quetsa frase dal sito ll circolo del coltello:
"Un coltello in tasca"
Non un coltello da cucina, naturalmente, né un coltello da malavitoso a serramanico. Ma neppure un temperino. Diciamo un Opinel n°6 o qualcosa di simile.Un coltello che sarebbe potuto appartenere ad un nonno ipotetico e perfetto.Un coltello che lui avrebbe tirato fuori all'ora di colazione per infilzare con la punta le fette di salame, per sbucciare lentamente la mela con il pugno stretto intorno alla lama.
Philippe Delerm "LA PRIMA SORSATA DI BIRRA e altri piccoli piaceri della vita". >> _________________ Davide
La poesia l'ho scovata in un localetto di Roma, in via Panisperna mi sembra o comunque li vicino.
Era scritta su di una lavagnetta appesa ad un muro, il gestore del locale (molto piccolo ma grazioso) mi disse che gliela aveva declamata un signore. L'ho copiata e appesa in camera mia.
La riporto anche per voi:
Er cortelluccio
Ar mio, sopra la lama
chè ritorta
cè stampata na lettra co n fiore
me lo diede Ninetta,
che mè morta,
quanno che ce semo messi a fa lamore
è da quer di che jarde
er lanternino
davanti a la crocetta ar camposanto
lo porto addosso come foss nabitino
e la domenica
quanno vado a fa bisboccia,
sibbè che chabbi tanti amichi veri
er mejo amico mio ce lho n saccoccia _________________ Davide
Non puoi inserire nuovi argomenti in questo forum Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum Non puoi modificare i tuoi messaggi in questo forum Non puoi cancellare i tuoi messaggi in questo forum Non puoi votare nei sondaggi in questo forum