Premessa
Uno dei primi a portare alla mia attenzione Sacha Thiel e le sue creazioni fu, su questo forum, l’utente Borderman, anche se già tempo prima, in concomitanza con l’uscita dello Spyderco PPT, se ne era accennato (credo fu l’utente Martineden). A cercare di parlare di midtech (purtroppo con scarso successo qui ) e a recensire per primo l’Officer (con un seguito migliore ), fu invece l’utente Donzaucker. L’Officer mi ha colpito fin dalla sua uscita. Dato il costo non proprio "popolare", per un cotello che – come tutti gli altri – volevo utilizzare, ho rimandato l’acquisto ed atteso speranzoso una ulteriore riduzione dei prezzi delle successive versioni “midtech”. E penso, con il senno di poi, di avere fatto la cosa giusta, visto che, non solo i prezzi sono scesi (seppur non in modo drammatico), ma anche alcuni piccoli errori progettuali/costruttivi sono stati efficacemente risolti.
Alla definizione “midtech”, per quanto mi riguarda, associo coltelli che si collocano molto più vicino alla mass production che al custom. Spesso il designer/maker crea il disegno CAD e quindi esternalizza la produzione di quasi tutto. Gli unici processi produttivi “interni” sono il “fit & finish”, l’assemblaggio ed il montaggio. In soldoni: meno operazioni il coltellinaio compie sul prodotto finale, più il coltello si potrà definire “midtech”, finché il designer/maker non farà più nulla nel suo atelier, nel qual caso si parlerà solo di una collaborazione e di mass production. I disciplinari di produzione per i midtechs non esistono ad oggi, lo spettro di possibilità è molto ampio, così la discrezionalità del maker. Sacha in questo è molto trasparente ed onesto e pure simpatico! A me personalmente, l’outsourcing di processi con macchine CNC a controllo numerico, tagli water-jet o laser, etc. eseguiti presso aziende specializzate (Italiane in primis), dà una grande affidabilità e una garanzia di qualità notevole, a prezzi molto più competitivi. Vedo solo aspetti positivi in questo. Sposo una definizione trovata in rete per definire custom, midtech e production che paragona i coltelli ai dipinti e mi pare abbastanza efficace: un olio autografo (custom); una litografia (midtech); una stampa (mass production). A ognuno il suo, secondo gusti e tasche.
Sono finalmente riuscito ad entrare in possesso di un esemplare di Officer V3 e condivido quindi alcune impressioni, come sempre del tutto personali, da utente appassionato ma non esperto ed escursionista diportista.
Il coltello
L’Officer V3 è un folder frame-lock di dimensioni medie, dotato di una lama in Böhler N690Co spear-point modificata, caratterizzata da un controfilo pronunciato, thumbstud ambidestro e un foro ovaloide che rende possibile l’apertura ad una mano. L’impugnatura presenta una guancetta in G10 (nella mia versione) ed il lato del frame-lock è realizzato in titanio, con effetto sabbiato. E’ dotato di una clip in acciaio inossidabile elegantemente alloggiata nel lato titanio, tip-down, non posizionabile in altre modalità di porto. Ottime le finiture e l’assemblaggio, pregevole la componentistica e le soluzioni costruttive. L’impugnatura presenta un back-spacer parziale, non invadente, che raccorda le due cartelle, realizzato in materiale polimerico, con godronature, che salvaguarda i benefici di una costruzione tipo open-pillar. Questa è una delle piccole modifiche rispetto alla V2. Presente un foro per il lacciolo. L’affilatura di fabbrica è molto buona, la lama è molto affilata.
Impressioni
Questo folder ha monopolizzato (e svuotato ) le mie tasche nell’ultimo mese e rallentato il turn-over della mia pocket rotation. E’ veramente un bell’EDC, incredibilmente leggero, compatto ed efficiente in paragone alle prestazioni erogate. Ci ho tagliato la solita roba da ufficio/magazzino e preparato un po’ di cibi. Il coltello taglia veramente bene, gli ho solo ravvivato il filo con l’acciaino dell’IKEA . Mi è caduto un paio di volte sul cemento (vaff…!), fortunatamente da chiuso. Il G10 ha preso una piccola sbeccata. Strano, il Viper Free mi era caduto sulle rocce ma il G10 non si era segnato per niente. Ancora non ho avuto il piacere di portarmelo per boschi ma le premesse sono buone.
La confezione è una semplice pochette nera che contiene il coltello ed un biglietto da visita di Sacha. Le lavorazioni e le finiture sono notevoli. La lama si apre con un bel “tlack” sonoro e rassicurante e il blocco è senza giochi o impuntamenti. E’ possibile l’apertura con una mano sola, sfruttando il thumb-stud e/o il foro sulla lama, dove “possibile” non significa “facile”. La cosa migliora con il tempo. Il controfilo marcato, aggiunge una connotazione grintosa e filante al coltello. Il coltello si adatta perfettamente alla mia mano (medio-grande), in una presa normale o avanzata. Il design di questo coltello è, ai miei occhi, una via di mezzo tra uno Strider SnG ed uno Spyderco Native di qualche tempo fa. Per me è bello, ma non “troppo” bello, una lama EDC molto solida e fruibile.
La versione 3 dell’Officer ha risolto tutti i passati problemi di blocco (a me noti solo attraverso le informazioni ottenute in rete) con la faccia del blocco in Ti che è stata “carburizzata” e alla quale è stata data una geometria leggermente diversa. “Carburizzata”, in questo caso, come spiega Sacha, significa che un sottile strato di carburo/tungsteno è stato deposto sulla faccia del blocco. Il vantaggio è che si ottiene una faccia di blocco con caratteristiche di materiali più “ceramici”, che risolvono i piccoli eventuali problemi di impuntamenti, dovuti alla relativa tenerezza del Ti a confronto (e contatto) con l’acciaio .
L’impugnatura della mia versione 3 è in G10 verde oliva, con una texture semplice (quella definita “toxified” non mi faceva impazzire e ho già il Pohl Force con una texture simile), con il back-spacer nero. Il lato del frame-lock, in titanio ha una finitura sabbiata accattivante e include una clip in acciaio inossidabile con profilo di porto abbastanza basso. Il blocco impegna circa il 30% della lama. Come ho imparato nei fora anglosassoni, questo "early lock" potrebbe fare si che, anche se il blocco del frame si dovesse consumare leggermente con il tempo, esso rimarrebbe affidabile e andrà a prevenire qualsiasi gioco verticale. Solo il tempo me lo confermerà. Sacha, per me, ha fatto un ottimo lavoro quando si è trattato di massimizzare lunghezza del tagliente in questa forma di lama. Il jimping è adeguato, offrendo una buona ritenzione e presa per il pollice. La clip è facile da agganciare ed il porto in tasca abbastanza discreto. Sono molto contento del mio Officer. Un EDC molto valido, ben realizzato, da usare senza remore, un vero NBK (no bull-shit knife).
Qualche dato tecnico
Lama: Böhler N690Co
Tipo di chiusura: Frame Lock
Manico: G10 & Titanio
Disegnatore: Sacha Thiel
Peso: 117 g
Lunghezza totale: 198 mm
Lunghezza lama: 85 mm
Lunghezza da chiuso: 116 mm
Spessore lama: 3,5 mm
Caratteristiche : foro per laccetto, clip
Nell'insieme è un bel coltello funzionale sotto tutti i punti di vista,mi piace molto la lama che è estremamente versatile e dalla forma che a me piace molto..peccato (secondo me)la scelta dell'acciaio; se fosse stata in elmax o in m 390 dato immagino il suo prezzo,ci avrei fatto un pensierino... anche se devo ammettere che il 690 è comunque un ottimo acciaio.
Bel coltello, mi permetto una precisazione: il thumbstud non è un vero e proprio thumbstud, ma lo stop pin della lama, è probabile che tu trovi l'apertura un po' dura perchè geometricamente deve essere messo in un posto poco efficace a tal scopo.
Si vede nella foto prima della frutta che la vite vicino al pivot non fa da stop pin.
Ti faccio una domanda, tu che lo puoi vedere dal vivo: è un perno passante a diametro fisso o pensi ci possa essere una parte interna più fine che va avvitata/incollata in un foro dell'altra?
Nell'insieme è un bel coltello funzionale sotto tutti i punti di vista,mi piace molto la lama che è estremamente versatile e dalla forma che a me piace molto..peccato (secondo me)la scelta dell'acciaio; se fosse stata in elmax o in m 390 dato immagino il suo prezzo,ci avrei fatto un pensierino... anche se devo ammettere che il 690 è comunque un ottimo acciaio.
Ciao!
Questo è interessante. Tu che di acciai ne sai e ne hai lavorati, trovi veramente differenze tra uno e l’altro in utilizzo? Te lo chiedo (a te e a tutti gli altri che vogliano/possano rispondere), perché io (da campeggiatore del fine settimana, per carità ) su questo discorso delle conclamate enormi differenze di performances tra gli acciai utilizzati nella coltelleria sportiva, ho la mia idea, che ho già timidamente espresso altrove: per me un utente medio come me (soprattutto parlando di EDC!) non sa stabilire la differenza tra lame uguali in acciai diversi. Nel mio piccolo, insieme ad un amico che possiede un Viper Fate in D2 (io ho la versione in 690), ci siamo messi un po’ a giocare con legni e corde, preparazione di campo e cibo, etc. per una giornata. Nessuno dei due è stato in grado di stabilire differenze reali in un utilizzo “escursionistico”. Se tanto mi dà tanto, figurati in ambito EDC!
Discorso molto diverso per gli utensili da taglio industriali, dove immediatamente capisci le differenze. 100 tagli/troncature/torniture sono molto diversi da 500 o da 1000. E l’impatto economico di queste diverse prestazioni (in termini di risorse, costi, OEE, tempi morti, qualità dei pezzi prodotti, etc.) è estremamente importante.
Ma un EDC! Un EDC te lo porti in tasca, ci tagli robetta varia durante il giorno e se perde un po’ il filo gli dai una stroppata veloce oppure te lo affili bene con calma, magari davanti ad una birretta e ti diverti pure. Mica hai problemi di SMED! Con ciò non è che io non apprezzi la ricerca e l’innovazione negli acciai nella coltelleria sportiva, anzi! Ben vengano nuovi materiali e tecnologie! Solo che mi fa sorridere quando, di fronte ad un coltellino da tasca mi si dice: “si, bello… però è un po’ povero in questo 440, 690, etc. Peccato! Fosse elmax, M390, etc. allora si!!!”, come a sottointendere prestazioni reali enormemente diverse tra un acciaio e l’altro. Per me è più una questione di trends e mode. Mai sentiti, tra l’altro, discorsi simili per un SAK (lo “svizzero”, per intenderci), che sta lì da anni con il suo acciaio modesto e viene sta-utilizzato con somma soddisfazione da milioni di utenti! Personalmente, in una giornata, quattro reggette, tre pacchi DHL, una mela, un paio di tagli su cordini da imballo, cartoni, nastro isolante/adesivo, un panino e un insalata per pranzo (e, a volte, facendomi prendere per il c**o da moglie e figli , pure una costata a cena) li lavoro anche senza l’elmax. Comunque il prossimo acquisto che ho in mente (finanze famigliari permettendo) sarà un Ti-spine. Sono proprio curioso di vedere la differenza abissale!
Bel coltello, mi permetto una precisazione: il thumbstud non è un vero e proprio thumbstud, ma lo stop pin della lama, è probabile che tu trovi l'apertura un po' dura perchè geometricamente deve essere messo in un posto poco efficace a tal scopo.
Si vede nella foto prima della frutta che la vite vicino al pivot non fa da stop pin.
Ti faccio una domanda, tu che lo puoi vedere dal vivo: è un perno passante a diametro fisso o pensi ci possa essere una parte interna più fine che va avvitata/incollata in un foro dell'altra?
Ciao!
Mi sa che hai proprio ragione sullo stop-pin. Questo spiega anche perchè, aprendo la lama con quello, ti "spacchi" il pollice. Dai video si vede che viene utilizzato solo il foro per questo scopo, esempio:
Lo stop-pin mi pare proprio un perno passante a diametro fisso. Non vedo segni che possano far pensare ad una vite "a tubetto" o ad un incollaggio di due componenti.
Oppure è realizzato talmente bene da non accorgersene!
Beh...Ammetto che per un piccolo coltello da uso quotidiano le differenze di prestazione non si avvertano, ma paragonare un 440 a un d2 o altro sia un paragone piuttosto azzardato!..Le differenze ci sono eccome!! altrimenti non saremmo su questo forum a discutere di questa nostra passione per la coltelleria e tutto sarebbe omologato ad un unico oggetto senza storia, ricerca tecnologica,arte e passione di chi i coltelli li crea!...Sarò maniaco ed esigente,ma prova a tagliare materiali particolarmente ostici e abrasivi poi mi saprai dire la differenza! Ciao e a presto. P.S. Le differenze non saranno abissali ma avere in tasca un buon acciaio mi gratifica molto di più.
Ciao Ordn71, grazie per le tue recensioni sempre interessanti, ben scritte e piacevoli da leggere.
Per quanto riguarda il discorso sugli acciai io la penso esattamente come Sergio.
So benissimo che stare a farsi troppe pippe mentali non serve ma se voglio un coltello di qualità voglio che anche l'acciaio della sua lama lo sia. Le differenze tra un acciaio e l'altro ci sono e sono state provate e documentate più volte dunque perchè accontentarsi?
Non dico che bisogna andare alla ricerca dell'ultima trovata del marketing ma che comunque un cpms30v io lo preferirei sempre ad un 440c (sempre se bisellato a dovere e temprato a dovere). Ciò non significa che un coltello in 440c sia da schifare o da snobbare anzi! Un coltello non è solo il nome dell'acciaio stampato sulla lama ma tante altre cose che ne fanno un buon coltello.
Un'altra cosa che dico spesso è che non basta comprare un buon coltello e valutarlo con il filo perfetto Out of the box ma bisogna usarlo e riaffilarlo fin quando il filo di fabbrica è solo un lontano ricordo, allora potrai dire si, sono soddisfatto di questo acciaio! Ma questo ormai succede molto raramente, la maggior parte degli appassionati prima di aver consumato seriamente un buon filo di fabbrica ha già comprato un altro giocattolino da recensire (me compreso eh, non è una critica a nessuno!) A volte, può succedere anche il contrario, cioè che si compri un ottimo coltello, di un ottimo acciaio con il filo di fabbrica veramente scarso (questo fa realmente incazzare) ma se si ha un pò di pazienza e di manualità alla fine non si rimarrà delusi.
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Ciao Ghiottone, grazie per le parole gentili. Queste comunque non le considero proprio "recensioni", più che altro sono alcune impressioni personali su coltelli che acquisto ed uso per piacere personale. Nemmeno posso dire di fare dei "test" (prima che mi si inca$$i qualcuno ) , semplicemente gioco un po' con i coltelli durante le mie giornate lavorative o in escursione e faccio personali valutazioni.
Concordo pienamente con te sul fatto dell'affilatura. Io con i folder ho una specie di "pocket rotation", ogni 15-20 giorni me ne metto in tasca uno di quelli che possiedo o uno nuovo, quando posso. Li affilo tutti (ci provo, almeno ) - inclusi quelli da cucina dell'IKEA - da qualche tempo ormai; non sono un drago, ma un filo decente lo tiro fuori. Pietra 300/1000 a casa o DC4 in gita. Alla peggio passo tutto nello Chef's Choice .
Certo che ci sono differenze tra gli acciai! Ci mancherebbe. Il mio era più che altro un dubbio sul fatto che un utente medio (come me) si accorga veramente delle differenze durante un uso EDC o escursionistico. Io non riesco, e, a volte mi pare come la storia dei vini, tutti sommelier davanti all'etichetta, poi...
AAHH! La storia del tavernello la conoscevo e ho letto con piacere l'articolo e i commenti.
Hai fatto un paragone calzante.
E' logico che nell'uso che descrivi tu sia praticamente impossibile riconoscere due acciai diversi sulla stessa lama. Anche perchè si parla comunque di acciai da coltelleria fatti per tagliare. Solo con un uso prolungato si potranno valutare le differenze. Oppure con test il più possibile oggettivi, tipo: corda di canapa di tot spessore, lame uguali o simili ma di diversi acciai, e giù a tagliare. Quale perde il filo prima? E poi, affilatore spyderco: quante passate prima che il coltello riinizi a tagliare? Magari quello che ha perso il filo prima si riaffila anche prima o forse non si riaffila affatto e bisogna tornare alla carteggiatrice a nastro. Questi, secondo me, sarebbero i test "intelligenti" sui coltelli. E non riesco a capire come mai siano veramente rari mentre prolificano test che distruggono i coltelli e che alla fine l'unica domanda alla quale rispondono è: se uso il coltello come un mentecatto, resisterà alla mia idiozia?
Scusate l'off topic!!
PS:
Si, per un uso EDC al di fuori di scenari di cupa sopravvivenza in territori disabitati per migliaia di Km quadrati l'N690 e il 440c possono andare bene...ma temprateli bene Dio bonino!
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