Registrato: Oct 26, 2010 Messaggi: 609 Località: Borgomanero
Inviato: Lun 22 Lug 2013-22:24 pm Oggetto: Spadona di brescia
Come avevo promesso mooooolto tempo addietro! eccovi la mia recensione!
Critiche.. avanti!
Spadona di Brescia
La spada in mio possesso è la Brescia Spadona della Albion, linea Museo. L'originale di tale arma è situato al Museo Luigi Marzoli Brescia, da cui prende il nome.
Questa spada da mano e mezza risale al secondo quarto del XV secolo, durante un periodo di forte evoluzione della spada, adattandola alle sempre più coriacee armature bianche.
La mano e mezza situata al Museo civico di Brescia è il risultato della cooperazione di diverse prestigiose aree di forgiatura europea, simbolo quindi del commercio presente nel continente. La lama è stata forgiata in una delle rinomate botteghe di Passau, in Germania meridionale, da qui ha percorso parecchi chilometri per poter raggiungere l'italia settentrionale, dove un armaiolo ha completato l'opera, montando il fornimento secondo le mode ed i gusti dei suoi clienti.
Questa spada può essere classificata secondo la tipologia Oakeshott come tipo XVI bis o del tipo XVIIIa, rappresentando un enigma per gli appassionati di tale classificazione.
Per molti secoli la spada ad una mano, nelle sue più svariate forme, ha dominato i campi di battaglia affiancata il più delle volte dallo scudo.
Attorno alla metà del XIV secolo, vi è l'entrata in voga di armi più lunghe, con le quali ottenere maggior forza d'impatto. La causa principale è da imputarsi alla rapidissima evoluzione delle armature, infatti, ben presto si giungerà ad avere la cosidetta “Armatura completa”.
La spada da mano e mezza è dunque l'anello di congiunzione, sui campi da battaglia, tra la spada ad una mano e le pesanti spade a due mani, essa resterà in uso per tutto il medioevo ed anche nel primo rinascimento.
Questo tipo di arma, si presta fin da subito ad un tipo di scherma più complesso, fatto di giochi stretti, di leve, accellerando di fatto l'evoluzione del sistema schermistico europeo. Tale evoluzione è testimoniata dagli innumerevoli trattati che cominciano a prender vita, portando la scuola italiana e tedesca ad esser maestre di tale tipologia di arma bianca.
Uno dei più noti Maestri italiani è Fiore dei liberi, il suo trattato di scherma prende vita nel 1409 ed è conosciuto come il Flos Duellatorum. Questo manuale contiene diversi paragrafi dove, alla descrizione di poste o tecniche di combattimento è abbinato un disegno, nel quale possiamo fin da subito notare delle spade che molto somigliano alla Spada di Brescia, lame appuntite, cuneiformi, che ben si prestano sia al taglio che alle spinte.
La replica della Albion
La replica della Albion è una copia esatta dell'originale essendo una spada della collezione museo, possiamo quindi utilizzarla per ammirarla e conoscerla così come sarebbe stata fabbricata dagli armaioli dell'epoca.
Caratteristiche dell'oggetto:
Lunghezza totale: 118 cm
Lunghezza della lama: 90 cm
Baricentro: 9 cm dal tallone
Centro di percussione: 50 cm dal tallone
Peso: 1470 Kg
Lunghezza manico 20 cm
Datazione dell'originale: 1430 - 1450
Questa splendida arma presenta in testa un pomo a pera sfaccettato, la particolare forma a prisma lo rende tanto pericoloso nei giochi stretti quanto gradevole alla vista. Il pomolo, per quanto si possa intuire senza sfilarlo dal codolo, sembra pesante, giocando un ruolo di fondamentale importanza nel bilanciamento di una lama che si mantiene ancora sui 6 cm circa al tallone.
L'impugnatura è in legno rivestita in cuoio cotto e corda per migliorarne la presa ed allo stesso tempo, mantenere la comodità e la piacevole sensazione che il cuoio trasmette. Alla mezzeria vi è una nervatura anch'essa in corda, per dare un tratto anatomico all'impugnatura.
Il codolo è passante, ribattuto sul pomolo.
L'elso è quadrangolare, le braccia della guardia sono parecchio lunghe, quasi esagerate in confronto alle proporzioni che siamo soliti vedere nelle altre spade. I gavigliani terminano con le punte rivolte verso il debole, aspetto tipico della scuola italiana, primo particolare che ci fa comprendere la tarda nascita di questa arma bianca (1430 – 1450).
Il tallone è ben nascosto dalla croce di guardia, ma si presume sia largo quanto la lama, sodo, ad infilare nell'incavo ricavato nell'elso.
Se dello spadone di brescia, la guardia è particolare, l'impugnatura comoda, il pomo elegante, la lama nella sua semplice forma a cuneo è simbolo di transizione, attenta progettazione, magistrale forgiatura.
Come già menzionato, la lama è cuneiforme, evidente è l'intenzione di massimizzare i colpi di punta più che il taglio o la forza d'impatto. Partendo dal tallone e per tutto il forte, si ha una sezione a losanga con uno sguscio dolce con larghezza massima 1 cm. A partire dal medio la sezione a losanga smette di esistere per cedere il posto ad una soluzione romboidale piatta, tipica degli stocchi.
Sul debole viene mantenuta la sezione a rombo, anche se nella parte terminale della punta il tagliente si fa più largo, dando vita quindi ad una sezione a poligono con otto facce che permette un'azione perforante unica.
La versione in mio possesso, non presenta un filo in grado di tagliare, in quanto a causa delle norme in vigore nel nostro paese, non è possibile importare armi da taglio affilate. Albion ha spedito comunque una lama ove i bordi sottili mostrano un' accennata geometria del tagliente che dovrebbe ospitare un'affilatura a rasoio con angolazione di 30 – 35° circa, a dimostrazione dell' uso anche in ambito civile a cui era destinata questa mirabile arma.
Considerazioni personali
Sono ormai due anni che questa opera d'arte abbellisce i muri di casa mia ed ammetto, che con piacere noto lo sguardo di chi su di lei si posa per qualche minuto, ad osservarne le forme aggraziate.
Appena la si prende in mano, il peso che va a gravare sulle braccia sembra eccessivo per una spada dal peso di 1.4 Kg, ci si domanda come, una lama così sottile e dalle forme dolci possa sembrare così pesante.
Il pomo è piacevolmente ergonomico, anche se le varie sfaccettature possono essere fastidiose se maneggiato senza guanti. L'impugnatura ad una prima occhiata pare esile, ma è ben ancorata al codolo della lama, il grip eccellente, la soluzione corda più cuoio nero davvero elegante e comoda.
Il pomolo può esser battuto con il palmo della mano per verificare la straordinaria armanoia tra fornimento ed il resto della spada, se si effettua tale test, la lama comincia a vibrare a causa dell'ottima flessibilità, ma appena una mano va a serrarsi sul pomolo, le vibrazioni hanno termine.
La larga guardia a croce nei mulinelli più stretti risulta essere un poco ingombrante, ma offre un'ottima protezione ed uno spunto migliore nel raccogliere la lama avversaria.
Se il peso di quest'arma si fa gravoso quando la si mantiene ferma in posizioni orizzontali è anche vero che appena la si comincia a muovere, quel fastidioso peso, va scomparendo, la lama sembra prender letteralmente vita durante i mulinelli ed i colpi passanti, facendo nascere dei tagli perfetti, durante i quali il nostro ferro non accenna vibrazione alcuna, rimanendo rigido e garantendo dunque direzionabilità perfetta e velocità elevata.
I colpi non caricati sembrano invece opporsi a colpi veloci, faticando un poco a partire, restando comunque precisi. Stupisce parecchio, in contrapposizione a quanto appena scritto, il recupero dell'arma che è fulmineo, facile, quasi automatico, caratteristica essenziale in ambito civile dove ogni colpo subito potrebbe risultare fatale.
Si può quindi notare come la riproduzione della Albion sia un'arma ottima, un'oggetto capace di perdere il proprio peso in quasi ogni azione. Particolare attenzione è da dedicare alle punte che questa spada riesce a portare con una facilità impressionante. Scattante, fulminea se spinta in avanti sembra accompagnare lei stessa l'azione delle nostre braccia, facendola rientrare a tutti gli effetti nel ramo delle spade da stocco, forse il top della gamma.
Questa è la spada di brescia per come la vedo io, un'arma notevole sotto ogni aspetto, un'arma di transizione, anello di congiunzione tra la spada ad una mano e la due mani in quanto spada da mano e mezza, ma sopratutto, una fusione tra le lame della sua stessa categoria e le nuovissime spade da lato che cominciano a prendere piede in campo civile.
Complimenti, bellissima descrizione, molto particolareggiata e piacevole da leggere, da quello che ho capito le dimensioni sono identiche, certo l'originale è un vero spettacolo, ma la replica è fedelissima e molto curata e ti permette di provare veramente una spada pensata e costruita secoli fa!!!!!
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