Inviato: Dom 29 Ago 2010-3:27 am Oggetto: domanda sul niku
Mi spiegate per bene il fatto del "niku" nei katana? è fuor di dubbio che le nihonto lo abbiano, quale meno quale più. Perchè la maggior parte delle repliche non lo hanno? é una questione di "innovazione" nel senso che studi moderni magari hanno dimostrato che non averlo è meglio o di "risparmio" perchè la politura che preserva il niku è da eseguire per forza a mano ed è lunga e costosa? Poi a livello pratico è meglio con o senza insomma? E non parlo di spade per affettare tatami, ma di spade con geometrie, kitae e laminazioni e trattamenti termici tali da farle sopravvivere a vere battaglie.
Registrato: Dec 21, 2006 Messaggi: 277 Località: milano
Inviato: Lun 30 Ago 2010-0:43 am Oggetto:
Una lama con minor niku taglia con maggior precisione ma è più fragile e richiede un angolo di incisione più accurato; lame con grande niku a loro volta sopportano variazioni di angoli di incisione più generosi pur consententendo l'affondamento nel bersaglio. Benché, in questo caso, la precisione del taglio sia minore, esse sono dotate di maggior massa di impatto e maggiore tolleranza alle vibrazioni. Ciò migliora l'assorbimento dell'energia di impatto.
Per quanto io ne sappia, il grado di affilatura ottenibile su un katana è considerato ( a torto o a ragione) superiore a quello di qualunque altra lama. Questo grazie alle geometrie del katana stesso che permettono di utilizzare tecniche di "affilatura" estremamente raffinate in grado di ottnere un filo di lama con spessori molecolari.
Registrato: Dec 21, 2006 Messaggi: 277 Località: milano
Inviato: Lun 30 Ago 2010-13:20 pm Oggetto:
"migliore", come dato assoluto, non so.
Personalmente, proprio per quanto ho scritto, credo che una lama con un niku più ampio sia adatta a chi muove i primi passi, dunque è più incerto nel tagliare.
Una lama con un niku più esiguo sia adatta a chi, carico di esperienza ( e du nque di errori !!!!!!) possa gestire meglio i tagli.
Questo soprattutto se l'obiettivo non è sfondare il bersaglio ma, attravero la pratica, tranciare di netto con il pezzo che, dopo un attimo di immobilità, caschi ai piedi del "makiwara" ( il sostegno) senza schizzare per aria. Fino ai tagli con la stuoia ( o altro) in movimento.
Questo è quel che penso io. Sentiamo il parere di altri praticanti.
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