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Coltelleria Collini :: Guarda l'argomento - prima tempra
Indice del forum » L'acciaio e i suoi segreti

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Autore Messaggio
baldacla
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MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008-12:39 pm    Oggetto: prima tempra Rispondi con citazione

Salve a todos!!!
Ho fatto la mia prima tempra e vorrei fare alcune domande:
l'acciaio è un K720, io l'ho temprato a 800 °C per circa 10 min però
senza rilevare aumenti di durezza significativi, inolte durante lo spegnimento,
si distaccano dalla lama scaglie nerastre...è normale? avvolte sembra che il
metallo in superficie formi una patina che poi con il raffreddamento si distacca..dove sbaglio?
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ziozeb
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MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008-15:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

K720 a 790° C e rinvenendo a 200°C per 90 min
otterrai una durezza di circa 62,5 Hrc. (Notizie Fapa).

10 minuti a temperatura mi sembrano un pò pochi, (dipende anche dallo spessore) ma in genere 30 minuti è meglio.
Per quanto riguarda le scaglie nere, sono la decarburazione superficiale, questo avviene perchè la lama non è protetta con la pellicola di inconel e quindi si ha questa reazione superficiale. A mio avviso non è niente di grave.
però la durezza dopo la tempra deve cambiare!
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Sciaraball
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MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008-16:10 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

10 minuti vanno bene se è una lama molto sottile diciamo 2mm tipo sfilettino...ma già dai 3mm in su mi sa che ci vuole un pò di più...fai almeno 10 minuti al millimetor seondo me...3mm mezz'ora, che va bene anche per 4mm, 5mm almeno 40 minuti...forse più...per avere una durezza normale, tipo 59hrc, anche perchè nn credo che ti servano i 62Hrc che poi ti rendono difficile riaffilare il coltello...ciAO!

a proposito, nn hai specificato nulla, ma dove lo hai temprato? se lo hai temprato in forgia, ci sono alcuni trucchetti per limitare la decarburazione superficiale. sennò puoi provare cmq a temrpare in forgia applicando sempre la pellicola refrattaria. ciao!
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Templar
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MessaggioInviato: Sab 09 Ago 2008-20:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

20-30 minuti dovrebbero bastare a 800°C.

Che liquido di spegnimento hai usato?

Ciao.
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Lupo72
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MessaggioInviato: Sab 09 Ago 2008-21:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Scusate ma se si tempra in forgia non credo necessiti di 30 min ..... un forno elettrico scalda molto lentamente e ci vuole molto ad avere una temp omogenea.
Questo problema non sussiste in forgia .... dopo qualche minuto tutta la lama è omogeneamente di un rossiccio delizioso. Sorriso
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Meglio tacere e dare l'impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio!
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syzygy
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MessaggioInviato: Sab 09 Ago 2008-23:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Lupo72 ha scritto:
Scusate ma se si tempra in forgia non credo necessiti di 30 min ..... un forno elettrico scalda molto lentamente e ci vuole molto ad avere una temp omogenea.
Questo problema non sussiste in forgia .... dopo qualche minuto tutta la lama è omogeneamente di un rossiccio delizioso. Sorriso

quoto completamente lupo,perche ,esperienza personale,ho sempre lasciato le lame 15/20 min al fuoco e non è risultata una tempra soddisfacente,invece,ho lasciato del C70 pochi minuti e poi ho spento,il risultato è stato una tempra decisamente migliore.
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L'odore dell'acciaio.....
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Templar
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MessaggioInviato: Dom 10 Ago 2008-10:15 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Vero, ma baldacla ha il suo forno autocostruito Sorriso .

Ciao.
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baldacla
Addetto al Maglio
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MessaggioInviato: Dom 10 Ago 2008-20:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho usato il mio forno elettrico e come mezzo di spegnimento acqua con sale disciolto.
Consigli per evitare la decarburazione superficiale? cmq la mia lama è grossa, è un Bowie con spessore max di 4,4 mm; che tempi e come mi consigliate di procedere per una tempra ottimale?
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syzygy
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MessaggioInviato: Dom 10 Ago 2008-23:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ciao
non serve eliminare la decarburazione fin quando usi acciai al carbonio.
io per il k720
scaldo a 810 circa per 5/ 10 minuti
spengo in olio di semi di mais
trattamento sottozzero
distensione 100 gradi per un ora
1 rinvenimento a 180/200 gradi per 1 ora
di solito eseguo il rinvenimento in base allo stato della lama,se noto che dopo il primo rinvenimento è troppo dura e fragile ne faccio un'altro variando magari il tempo di permanenza e/o la temperatura.
Preferisco andare cauto,in una lama troppo dura si può sempre abbassare la durezza,in una lama troppo morbida devi rifare tutto
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Templar
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago 2008-9:31 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Comunque volendo per evitare o comunque limitare la decarburazione della lama puoi avvolgere l'acciaio nell'iconel.

Ciao.
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ziozeb
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago 2008-12:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
Comunque volendo per evitare o comunque limitare la decarburazione della lama puoi avvolgere l'acciaio nell'iconel.

Ciao.

quoto e lavori di meno per ripulire la lama dopo la tempra.
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DonPav
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago 2008-13:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

scusate se mi intrometto ma voi il rinvenimento come lo eseguite?
io solitamente nel forno di casa e poi lo lascio raffreddare li dentro sbaglio o ciò azzecato?
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Alessio84
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago 2008-13:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

DonPav ha scritto:
scusate se mi intrometto ma voi il rinvenimento come lo eseguite?
io solitamente nel forno di casa e poi lo lascio raffreddare li dentro sbaglio o ciò azzecato?


Hai azzeccato! Cinesino
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http://www.alessiozoffranieri.135.it
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syzygy
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago 2008-19:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

DonPav ha scritto:
scusate se mi intrometto ma voi il rinvenimento come lo eseguite?
io solitamente nel forno di casa e poi lo lascio raffreddare li dentro sbaglio o ciò azzecato?

ciao io non faccio raffreddare dentro il forno la lama,la tiro fuori e raffreddo in aria libera.
c'è il rischio che la durezza diminuisca se lasci la lama nel forno,ovviamente se questa cosa è calcolata non ci sono problemi
ciao
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Templar
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MessaggioInviato: Mar 12 Ago 2008-9:26 am    Oggetto: Rispondi con citazione

syzygy ha scritto:
DonPav ha scritto:
scusate se mi intrometto ma voi il rinvenimento come lo eseguite?
io solitamente nel forno di casa e poi lo lascio raffreddare li dentro sbaglio o ciò azzecato?

ciao io non faccio raffreddare dentro il forno la lama,la tiro fuori e raffreddo in aria libera.
c'è il rischio che la durezza diminuisca se lasci la lama nel forno,ovviamente se questa cosa è calcolata non ci sono problemi
ciao


Vero ma comunque i tempi, per temperature di 100-200°C sono molto lunghi prima che si abbia una diminuzione di durezza significativa.

Più che altro è una cosa da evitare quando si esegue il rinvenimento di certi acciai (in particolare quelli ad buon-elevato tenore di Cr) a temperature dell'indurimento secondario (solitamente superiori ai 500°C).

Ciao.
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grattila
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MessaggioInviato: Gio 21 Ago 2008-16:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

si è parlato di trucchi per non evitare la decarburazione in forgia..mi servirebbe proprio un trucco del genere sennò qua tocca fa il triplo lavoro Sorriso ...grazie
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DonPav
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MessaggioInviato: Gio 21 Ago 2008-19:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

il migliore è procurarsi una bella boccia di olio di gomito Sorriso
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grattila
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MessaggioInviato: Gio 21 Ago 2008-19:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

DonPav ha scritto:
il migliore è procurarsi una bella boccia di olio di gomito Sorriso

ma ho letto in un topic ke si poteva fare qualcosa....
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Templar
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MessaggioInviato: Gio 21 Ago 2008-19:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

I metodi che conosco per limitare o evitare i fenomeni di decarburazione sono:

- avvolgere la lama nell'iconel (la cosiddetta caramella), ovvero un foglio di acciaio austenitico che si ossida al posto della lama;

- ottenere una fiamma riducente (un "trucco" che mi aveva svelato un amico forgiatore, anche se non so bene come metterlo in praica);

-usare forni ad atmosfrea controllata

-usare forni sottovuoto.

Comunque con un po' di pratica ed esprienza gli acciai al carbonio bassolegati non dovrebbero darti problemi di decarburazione.

Per gli acciai altolegati con buone quantità di cromo invece è bene usare il forno (ed eventualmente l'iconel).

Ciao.
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paolob
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008-12:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

voi dite che il rinvenimento si fa , per esempio, a 200° per un'ora.
non ho capito dove va fatta raffreddare la lama passata quell'ora; dentro o fuori dal forno.
siccome ho notato che nei forni elettrici la temperatura interna scende molto molto lentamente...
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Templar
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008-12:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La puoi far raffreddare fuori dal forno senza problemi.

Ciao.
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paolob
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008-12:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

grazie templar.
tornerò a disturbarti quando inauguro il forno...
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baldacla
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008-16:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Hey salve a tutti!!! PaoloP ma sei il ragazzo da pisa che mi ha contattato
per il forno?! lo hai finito?? ricordati di postare le foto che voglio ederlo assolutamente!!!
io ne sto realizzando un + piccolo ma a pozzo per la fusione di materiali quali ottone, alluminio ecc..
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paolob
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008-17:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ebbene si, sono io...
lo vernicio e poi lo posto.

GRAZIE ancora!
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ziozeb
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008-17:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

PISA?????
:joy:
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syzygy
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MessaggioInviato: Dom 21 Set 2008-12:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Dato che si parla di questo:
Ma per acciai come il k100 con buon tenore di cromo è consigliato usare la caramella,ma se non la si usa che succede?
ovvero quali sono gli effetti della decarburazione nei suddetti acciai?
Io una volta ho temprato del K100 con la forgia,ed la lama è divenuta durissima e con un bellissimo colore nero che per il tattici sta molto bene.
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MiFo
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MessaggioInviato: Dom 21 Set 2008-13:05 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Tenendo conto che il D3 (K100) ha circa il 2% di carbonio, mi sa che della decarburazione te ne puoi anche fregare... :-D
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syzygy
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MessaggioInviato: Dom 21 Set 2008-13:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Vomitron ha scritto:
Tenendo conto che il D3 (K100) ha circa il 2% di carbonio, mi sa che della decarburazione te ne puoi anche fregare... :-D

in che senso?
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MiFo
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MessaggioInviato: Dom 21 Set 2008-13:34 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Premesso che il discorso è bonariamente sarcastico, se il D3 perde carbonio non c'è pericolo che ne esca una lama troppo tenera...ce n'è in abbondanza! Sorriso
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syzygy
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MessaggioInviato: Dom 21 Set 2008-14:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ah ho capito....anche se ne rimane l' 1% va già bene Sorrisone Sorriso
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MessaggioInviato: Dom 21 Set 2008-14:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Anche perchè gran parte del carbonio è legato per formare carburi Sorriso .

Comunque, se è possibile, è meglio usare la caramella.

Ciao.
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peppola69
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MessaggioInviato: Lun 22 Set 2008-20:14 pm    Oggetto: Re: prima tempra Rispondi con citazione

baldacla ha scritto:
Salve a todos!!!
Ho fatto la mia prima tempra e vorrei fare alcune domande:
l'acciaio è un K720, io l'ho temprato a 800 °C per circa 10 min però
senza rilevare aumenti di durezza significativi, inolte durante lo spegnimento,
si distaccano dalla lama scaglie nerastre...è normale? avvolte sembra che il
metallo in superficie formi una patina che poi con il raffreddamento si distacca..dove sbaglio?



vediamo se posso esserti utile:
- la temperatura di austenitizzazione consigliata è circa 790/820 °C e la scelta viene fatta in base al mezzo di tempra da te utilizzato (acqua, olio)...è un materiale "s.t.r..o.n.z.o." per il tempratore, nel senso che è facile romperlo, specie ove vi siano spigoli vivi o variazioni sensibili di sezione.
Se viene temprato in bagno di sali fusi si preferisce stare verso gli 810/820 , per l'acqua o olio 790°/800° C va bene. La metallurgia insegna che per evitare l'ingrossamento del grano austenitico è preferibile usare temperature verso il minimo che verso il massimo in quanto anche tempi di austenitizzazione lunghi non diventerebbero deleteri per la resilienza, già bassa per questi acciai oltre i 60 HRc. Cosa importante è il tempo di permanenza che va dai 15 ai 30 minuti (quando il pezzo ha raggiunto l'omogeneità tra il cuore e la superficie) in base alla temperatura scelta, ciò permette di mandare in soluzione il carbonio ed altri elementi di lega. Tempi troppo corti possono darti comunque la durezza ma non è tecnicamente corretto.
Se trovi durezze basse (come le misuri ?) può darsi che decarburi ma da come mi hai descritto il tuo processo di tempra non penso tu abbia uno strato superficiale eccessivamente privo di carbonio. La crosta che si stacca è ossido formato a caldo per presenza di ossigeno, pure quello se rimane attaccato ti sballa i valori di durezza.
Non so se lo metti in frigo per trasformare eventuale austenite residua, comunque sappi che distensionare dopo tempra un acciaio con austenite residua è deleterio per il successivo sottozero in quanto tende a ridurne gli effetti, poi dovresti raggiungere temperature di almeno -70°C per almeno 2 ore e dubito che il tuo frigo ci arrivi, industrialmente ci sono refrigeratori con azoto liquido.
Generalmente il sottozero viene usato per 2 motivi perchè la trasformazione di austenite residua in martensite porta a due cose:

1- raggiungimento della durezza massima
2- stabilità dimensionale in quanto la presenza di austenite residua oltre il 10%, trasformandosi in martensite porta ad un aumento delle dimensioni del pezzo....infatti a parità di peso la martensite occupa maggiore volume.....

industrialmente il punto due è quello che porta al sottozero perchè devi pensare che uno o due rinvenimenti riducono la presenza di austenite residua sotto l' 1 %...

Sui mezzi di spegnimento ti dico quanto segue:
- l'aggiunta di sale all'acqua è stata "inventata" dai vecchi tempratori in quanto riduce e ritarda l'effetto della formazione del cuscino di vapore tra liquido e pezzo, ora non ricordo il termine tecnico, ed è scientificamente spiegabile in quanto sai che aggiungendo sali all'acqua aumenta il punto di ebollizione. Tale cuscino ha l'effetto di peggiorare lo scambio termico pezzo /acqua con il rischio di temprare a macchia di leopardo quegli acciai che hanno bassa temprabilità e necessitano di velocità critiche di tempra elevate....l'olio è meno drastico ma ti da meno rischi di rottura, basta agitare bene per avere ottimi risultati

Le deformazioni in un trattamento termico sono date da:
- tensioni da lavorazioni meccaniche
- geometria del pezzo
- drasticità di tempra
- cambiamenti microstrutturali

detto questo sappi che la deformazione in un coltello ci sarà sempre e puoi ridurla al minimo utilizzando le seguenti precauzioni, tutte sarebbe meglio ma per un costruttore a livello amatoriale è impossibile:

- sgrossare il pezzo ed effettuare una distensione di circa 650° per 2 / 3 ore
- finirlo con i sovrametalli per la tempra
- ingabbiarlo o legarlo con filo di ferro e lasciarlo penzolare nel forno
- effettuare almeno un preriscldo che varia col tipo di acciaio
- immergerlo nel liquido di tempra sempre in verticale e agitarlo in modo delicato
- quando è sui 40/50 ° C iniziare con il rinvenimento

Mi scuso per eventuali errori grammaticali ed ortografici ma ho scritto in fretta

saluti

peppol@


PS: ovviamente sono notizie date per esperienza e ciò non significa che sia vangelo.....ho cercato inoltre di dare le risposte a tutti i messaggi del thread


Ultima modifica di peppola69 il Lun 22 Set 2008-20:27 pm, modificato 1 volta in totale
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MiFo
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MessaggioInviato: Lun 22 Set 2008-20:19 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Il "trucco" del sale nell'acqua per aumentare il punto di ebollizione (se è quello a cui ti riferivi) è noto come "innalzamento ebullioscopico" Sorriso.
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peppola69
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MessaggioInviato: Lun 22 Set 2008-20:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Vomitron ha scritto:
Il "trucco" del sale nell'acqua per aumentare il punto di ebollizione (se è quello a cui ti riferivi) è noto come "innalzamento ebullioscopico" Sorriso.


grazie della dritta ma ha un altro nome, mumble mumble prima o poi mi verrà in mente ma non è cosi importante

peppol@
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baldacla
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-11:42 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ragazzi complimenti a tutti per le nozioni tecniche!!!!
Vedrò di mettere in atto i consigli dati..

a presto
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-11:50 am    Oggetto: Rispondi con citazione

mi ero dimenticato una cosa ( magari Templar losa... Sorriso )

La cosidetta "caramella" o LICONEL qualcuno sa dirmi dove trovarla e se costa molto? grazie
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-12:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Inconel,io l'ho cercato ,ma niente non lo trovo,però ci sono dei rotoli di acciaio da 0,05mm che dovrebbero assolvere alla stessa funzione.
http://www.fornitalia.com/prodotti.php?id=21
Costi non ricordo ,comunque a me hanno spedito anche solo 5m!
Ciao! Sorriso
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Templar
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-13:53 pm    Oggetto: Re: prima tempra Rispondi con citazione

peppola69 ha scritto:
baldacla ha scritto:
Salve a todos!!!
Ho fatto la mia prima tempra e vorrei fare alcune domande:
l'acciaio è un K720, io l'ho temprato a 800 °C per circa 10 min però
senza rilevare aumenti di durezza significativi, inolte durante lo spegnimento,
si distaccano dalla lama scaglie nerastre...è normale? avvolte sembra che il
metallo in superficie formi una patina che poi con il raffreddamento si distacca..dove sbaglio?



vediamo se posso esserti utile:
- la temperatura di austenitizzazione consigliata è circa 790/820 °C e la scelta viene fatta in base al mezzo di tempra da te utilizzato (acqua, olio)...è un materiale "s.t.r..o.n.z.o." per il tempratore, nel senso che è facile romperlo, specie ove vi siano spigoli vivi o variazioni sensibili di sezione.
Se viene temprato in bagno di sali fusi si preferisce stare verso gli 810/820 , per l'acqua o olio 790°/800° C va bene. La metallurgia insegna che per evitare l'ingrossamento del grano austenitico è preferibile usare temperature verso il minimo che verso il massimo in quanto anche tempi di austenitizzazione lunghi non diventerebbero deleteri per la resilienza, già bassa per questi acciai oltre i 60 HRc. Cosa importante è il tempo di permanenza che va dai 15 ai 30 minuti (quando il pezzo ha raggiunto l'omogeneità tra il cuore e la superficie) in base alla temperatura scelta, ciò permette di mandare in soluzione il carbonio ed altri elementi di lega. Tempi troppo corti possono darti comunque la durezza ma non è tecnicamente corretto.
Se trovi durezze basse (come le misuri ?) può darsi che decarburi ma da come mi hai descritto il tuo processo di tempra non penso tu abbia uno strato superficiale eccessivamente privo di carbonio. La crosta che si stacca è ossido formato a caldo per presenza di ossigeno, pure quello se rimane attaccato ti sballa i valori di durezza.
Non so se lo metti in frigo per trasformare eventuale austenite residua, comunque sappi che distensionare dopo tempra un acciaio con austenite residua è deleterio per il successivo sottozero in quanto tende a ridurne gli effetti, poi dovresti raggiungere temperature di almeno -70°C per almeno 2 ore e dubito che il tuo frigo ci arrivi, industrialmente ci sono refrigeratori con azoto liquido.
Generalmente il sottozero viene usato per 2 motivi perchè la trasformazione di austenite residua in martensite porta a due cose:

1- raggiungimento della durezza massima
2- stabilità dimensionale in quanto la presenza di austenite residua oltre il 10%, trasformandosi in martensite porta ad un aumento delle dimensioni del pezzo....infatti a parità di peso la martensite occupa maggiore volume.....

industrialmente il punto due è quello che porta al sottozero perchè devi pensare che uno o due rinvenimenti riducono la presenza di austenite residua sotto l' 1 %...

Sui mezzi di spegnimento ti dico quanto segue:
- l'aggiunta di sale all'acqua è stata "inventata" dai vecchi tempratori in quanto riduce e ritarda l'effetto della formazione del cuscino di vapore tra liquido e pezzo, ora non ricordo il termine tecnico, ed è scientificamente spiegabile in quanto sai che aggiungendo sali all'acqua aumenta il punto di ebollizione. Tale cuscino ha l'effetto di peggiorare lo scambio termico pezzo /acqua con il rischio di temprare a macchia di leopardo quegli acciai che hanno bassa temprabilità e necessitano di velocità critiche di tempra elevate....l'olio è meno drastico ma ti da meno rischi di rottura, basta agitare bene per avere ottimi risultati

Le deformazioni in un trattamento termico sono date da:
- tensioni da lavorazioni meccaniche
- geometria del pezzo
- drasticità di tempra
- cambiamenti microstrutturali

detto questo sappi che la deformazione in un coltello ci sarà sempre e puoi ridurla al minimo utilizzando le seguenti precauzioni, tutte sarebbe meglio ma per un costruttore a livello amatoriale è impossibile:

- sgrossare il pezzo ed effettuare una distensione di circa 650° per 2 / 3 ore
- finirlo con i sovrametalli per la tempra
- ingabbiarlo o legarlo con filo di ferro e lasciarlo penzolare nel forno
- effettuare almeno un preriscldo che varia col tipo di acciaio
- immergerlo nel liquido di tempra sempre in verticale e agitarlo in modo delicato
- quando è sui 40/50 ° C iniziare con il rinvenimento

Mi scuso per eventuali errori grammaticali ed ortografici ma ho scritto in fretta

saluti

peppol@


PS: ovviamente sono notizie date per esperienza e ciò non significa che sia vangelo.....ho cercato inoltre di dare le risposte a tutti i messaggi del thread


:joy:

Una piccola precisazione.
Il rinvenimento multiplo porta ad un abbassamento del'austenite residua a valori praticamente uguali a zero solo se fatto oltre certe temperature.
Per gli altolegati bisogna raggiungere o superare la temperatura alla quale si ha il picco di indurimento secondario (ovvero quando la precipitazione è completa).

Per i bassolegati, come O1 e O2, le temperature son più basse. Per l'O1 però, ad esmpio, rinvenendo a 200°C, per T di austenizzazione di 820°C, si ha sempre il 9% circa di austenite residua.
A 400° C è di meno del 2% circa.

Anche il freezer, nonostante non raggiunga temprature molto basse, trasforma parte dell'austenite residua in martensite, dato ce comunque ci si avvicina maggiormente alla tempratura Mf.

A quanto ne so (ma potrei sbagliarmi) l'aggiunta del sale non ritarda la formazione della guaina di vapore intorno al pezzo, ma diminuisce la durata della boiling stage, anzi più precisamente aumenta la T a cui eso finisce (e inizia il convection stage).

Questo è il secondo stadio dello spegnimento, il più veloce (i boiling stage).

Dopo il boiling stage c'è il terzo stadio dello spegnimento, il convection stage, il più lento.

Ora, è importante che la velocità di raffreddamento a temprature comprese tra Ms e Mf (o Ms e T ambiente) sia la più lenta possibile, per diminuire le tensioni interne.

Quindi è bene che il boiling stage finisca a temperature il più possibile vicine a Ms.

Non so se sono riuscito a spiegarmi bene Risatina .

Per quanto riguarda i mezzi di spegnimento è vero che aumentando la T di austenizzazione, per gli acciai ipereutettoidi, aumenta la temprabilità dell'acciaio (dato che entrano in soluzione nel ferro gamma una maggior quantità di elementi di lega), e quindi per mezzi di rafreddamento più veloci si possono usare T di austenizzazione più basse, ma è anche vero che la T di austenizzazione influisce sulla durezza dopo lo spegnimento (perchè varia il tenore di C nella martensite e la quantità di austenite residua), quindi credo che bisogna tener cnto anche di tali fattori (per gli acciai altolegati poi il discorso diventa ancora più complesso).

Ciao.
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-18:37 pm    Oggetto: Re: prima tempra Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
Una piccola precisazione.
Il rinvenimento multiplo porta ad un abbassamento del'austenite residua a valori praticamente uguali a zero solo se fatto oltre certe temperature.
Per gli altolegati bisogna raggiungere o superare la temperatura alla quale si ha il picco di indurimento secondario (ovvero quando la precipitazione è completa).



Io parlavo riguardo al fatto che qualcuno distensiona prima del sottozero nel freezer....già come dici tu le temperature non sono basse quindi distensionare riduce l'effetto ulteriormente....poi stiamo parlando di coltelli che hanno una geometria più semplice rispetto a stampi di trancia dove ci sono inneschi di rottura a iosa...il K720 (di cui stiamo parlando) non ha la curva del rinvenimento secondario come ad esempio il K110 temprato a 1050° C che mantiene i 60 HRc con rinvenimenti attorno ai 550° C (per eventuali nitrurazioni o CVD) oppure acciai per lavorazioni a caldo tipo AISI H11 o H13 i quali dopo tempra hanno 50/52 HRc che diventano 4/5 di più col primo rinvenimento. Il K720 viene generalmente distensionato a 200/250° C per due volte per poter avere i 58/60 HRc che è la sua durezza d'impiego per tranciare spessori fino a 2/3 mm, oltre si cala la durezza....i rinvenimenti multipli seppur a bassa temperatura riducono l'austenite residua che può creare problemi con i successivi tagli a filoerosione.


Templar ha scritto:
Dopo il boiling stage c'è il terzo stadio dello spegnimento, il convection stage, il più lento.

Ora, è importante che la velocità di raffreddamento a temprature comprese tra Ms e Mf (o Ms e T ambiente) sia la più lenta possibile, per diminuire le tensioni interne.

Quindi è bene che il boiling stage finisca a temperature il più possibile vicine a Ms.



mmmmm....qui bisogna scegliere cosa vuoi dall'acciaio, cioè la performance o ridurre i rischi di rottura, se scegli quest'ultimi avresti rese molto scarse....con opportuni accorgimenti puoi tirare fuori quasi il meglio da un acciaio senza rischiare rotture... evitare compatibilmente all'uso inneschi di rottura raggiando gli spigoli, evitare grosse differenze di sezione (nei coltelli queste cose sono quasi nulle) oppure se l'acciaio lo prevede tempre isotermiche...Col K720 fino a certi spessori si predilige il bagno di sale con tempra a 180/200° e poi si rinviene per la durezza di progetto, per spessori più grossi olio caldo o tecnopolimeri che sono una via di mezzo tra acqua ed olio, i pezzi grossi forgiati vanno in tecnopolimero se vuoi ottenere una tempra decente a microstruttura fine.


Templar ha scritto:
Non so se sono riuscito a spiegarmi bene Risatina .

Per quanto riguarda i mezzi di spegnimento è vero che aumentando la T di austenizzazione, per gli acciai ipereutettoidi, aumenta la temprabilità dell'acciaio (dato che entrano in soluzione nel ferro gamma una maggior quantità di elementi di lega), e quindi per mezzi di rafreddamento più veloci si possono usare T di austenizzazione più basse, ma è anche vero che la T di austenizzazione influisce sulla durezza dopo lo spegnimento (perchè varia il tenore di C nella martensite e la quantità di austenite residua), quindi credo che bisogna tener cnto anche di tali fattori (per gli acciai altolegati poi il discorso diventa ancora più complesso).



ti faccio un esempio sul K720 per dare chiarezza sulle temperature di austenitizzazione....Le termocoppie, come ogni strumento di misura hanno delle tolleranze ed in base all'uso che ne vuoi fare queste differenze sono tollerate in modo diverso, l'aereonautica vuole se non erro -+ 3° C, il pirometro è lo strumento che legge i millivolt della termocoppia ed anche lui è soggetto a tolleranze che nel trattamento termico conto terzi è -+5° C.....se sommiamo gli errori dei due possiamo avere fino a 10° C di incertezza.....le camere termiche se non ben costruite hanno zone più fredde rispetto ad altre anche di parecchi gradi (non è il caso di miniforni per coltelleria)... per questo quando qualcuno mi dice che tempra a 803° C sorrido....detto questo capisci che temprare a 790, 800 o 810 siamo più o meno lì....sempre per il K720 si preferisce stare verso il minimo (790/800) ed allungare i tempi in modo da solubilizzare comunque gli elementi di lega ed inibire l'ingrossamento del grano che può essere molto veloce per temperature di 820° C e dove l'acciaio (che non è sempre lo stesso) abbia il contenuto di V verso il basso della forcella

Spero di essermi spiegato sulla tempra del K720

saluti peppol@

aggiustata la quotatura Sorriso
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-19:07 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao,
parlando del K720 è vero che è bene fare il sotoraffreddamento subito dopo lo spegnimento, per i otivi che hai già elencato.

Per alcuni acciai, altolegati (in particolare per alcuni inossidabili matensitici)però è bene farlo tra un rinvenimento e l'altro, per evitare rotture.

Certo, la geometria delle lame diminuisce il rischio di rotture o distensioni.

In effetti per il K720 il tenore di austenite residua non varia moltissimo da 790 a 820°C e la durezza dopo lo spegnimento rimane comunque maggiore rispetto a quella richiesta.

C'è una cosa però che vorrei sapere.

E' giusto quanto scritto prima, ovvero che l'aumento del punto di ebollizione del liquido di spegnimento serve per innalzare la T di passaggio tra il boiling stage e il convection stage?

Ciao.
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-20:15 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
Ciao,
parlando del K720 è vero che è bene fare il sotoraffreddamento subito dopo lo spegnimento, per i otivi che hai già elencato.

Per alcuni acciai, altolegati (in particolare per alcuni inossidabili matensitici)però è bene farlo tra un rinvenimento e l'altro, per evitare rotture.

Certo, la geometria delle lame diminuisce il rischio di rotture o distensioni.

In effetti per il K720 il tenore di austenite residua non varia moltissimo da 790 a 820°C e la durezza dopo lo spegnimento rimane comunque maggiore rispetto a quella richiesta.

C'è una cosa però che vorrei sapere.

E' giusto quanto scritto prima, ovvero che l'aumento del punto di ebollizione del liquido di spegnimento serve per innalzare la T di passaggio tra il boiling stage e il convection stage?

Ciao.


Per gli inox martensitici siamo al discorso di prima dipende cosa vuoi ottenere dal tuo acciaio....a volte devi decidere in base a dei compromessi: acciaio integro dopo il TT ma sacrifichi qualcosa a livello di durezza, tenacità ecc. o viceversa cioè temprato a regola d'arte ma con rischi di fare un puzzle in 3D per ricomporre l'oggetto....in coltelleria amatoriale puoi propendere per la seconda ipotesi però se si rompe butti all'aria ore di lavoro non comunque paragonabili al costo di uno stampo da diverse migliaia di euro

per quanto riguarda la tua domanda direi di si...ma devo dire che se fai le traduzioni dall'inglese è lo stesso concetto da me espresso in parole molto povere....boiling dovrebbe essere ebollizione e convection convezione cioè trasmissione di calore attraverso un gas....quando immergi una lama nell'acqua in un primo momento hai sottrazione di calore veloce dovuta al fatto che l'acqua "ciuccia" energia dal coltello ed arriva ad ebollizione con emissione di vapore...in questo momento il vapore forma un cuscino che separa acciaio ed acqua trasmettendo calore per convezione che si sa è lento....

ciao

peppol@
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008-21:33 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

No, il convection stage è il terzo ed ultimo stadio delo spegnimento, ovvero quando il pezzo è a diretto contatto con il liquido di spegnimento.

Il vapour stage è il primo, quando il pezzo è avvolto da una guaina di vapore (stadio che si può eliminare o ridurre con l'agitazione del liquido di spegnimento o con l'aggiunta di additivi).

Non capisco bene il discorso sul sottoraffreddamento e rinvenimento degli inossidabili martensitici.

Mi spiego meglio. Non penso si sacrifichi qualche cosa se si fa una distensione prima del sottoraffreddamento, ne a livello di durezza (dato che comunque si manterrà su valori anche troppo elevati in alcuni casi) ne a livello di tenacità.

Ciao.
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-8:50 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
No, il convection stage è il terzo ed ultimo stadio delo spegnimento, ovvero quando il pezzo è a diretto contatto con il liquido di spegnimento.

Il vapour stage è il primo, quando il pezzo è avvolto da una guaina di vapore (stadio che si può eliminare o ridurre con l'agitazione del liquido di spegnimento o con l'aggiunta di additivi).

Non capisco bene il discorso sul sottoraffreddamento e rinvenimento degli inossidabili martensitici.

Mi spiego meglio. Non penso si sacrifichi qualche cosa se si fa una distensione prima del sottoraffreddamento, ne a livello di durezza (dato che comunque si manterrà su valori anche troppo elevati in alcuni casi) ne a livello di tenacità.

Ciao.


Per quanto riguarda le varie fasi della tempra in acqua ti posso dire che i vari stadi da te descritti danno la teoria di cosa accade durante una tempra però tieni presente che le lame di un coltello sono talmente fini che solo a vederla l'acqua rabbrividiscono Sorriso ....sale una buona agitazione e via.....semmai il problema può sorgere per pezzi di grosse dimensioni difficilmente agitabili se non con ventole nelle vasche.....come ti ho già detto l'acquaquench o tecnopolimeri riduce gli effetti del cuscino di vapore e rende meno drastico il liquido di spegnimento...se qualcuno di voi ha nelle vicinanze aziende che temprano ad induzione si può fare regalare un bicchierino di queste sostanze

Sugli inox martensitici e su altri tipi di acciai la teoria dice tante belle cose ma poi bisogna vedere i costi / benefici e l'applicabilità di tante nozioni....Esempio. un mio cliente costruiva pompanti per motori diesel (no automotive) ed erano costruiti in 100Cr6 (acciao per cuscinetti), questo particolare era composto da un pistoncino ed un cilindro che dopo tempra avevano un accoppiamento millesimale con finitura superficiale quasi a specchio....Ci chiedeva sottoraffreddamento dopo tempra a -90° C per 3 ore e poi distensione a 200° C, questo solo per non avere variazioni dimensionali dalla trasformazione di eventuale austenite residua in martensite.....sapeva anche dei rischi di rottura (e ci sono stati) ma non ha mai contestato niente.....in coltelleria amatoriale il sottoraffreddamento in freezer dopo distensione non produce gli effetti teorici, sia per inox che per altri e sfido chiunque abbia un durometro digitale o analogico da banco a trovare apprezzabili aumenti di durezza.....gli acciai da Voi usati se temprati bene con la possibilità di evitare decarburazioni e rinvenuti 1 o 2 volte raggiungono tranquillamente le durezze desiderate.

spero di essermi spiegato, saluti

Sorrisone peppol@
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-11:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Si, si, spiegato benissimo Sorriso .

A e queste cose interessano molto. E' da tempo che voglio approfondire certi argomenti.

Quindi, se ho ben capito, in teoria, fare una distensione e poi sottoraffreddamento in freezer permette di trasformare parte del'austenite residua in martensite (perchè ci si avicina alla T Mf), ma in pratica non è così. Esatto?

Sicuramente per certe applicazioni il problema della stabilità dimensionale è importantissimo. Penso ad esmpio a un mio amico che lavora in un azienda che produce stampi (ed utilizza anche lo Sverker 21, ovvero aisi D2). Per i coltelli il problema di deformazioni durante l'uso, cauate dalla trasformazione dell'austenite residua in martensite è moooolto più limitato, ma comunque è bene eliminare l'austenite residua per migliorare le doti di taglio e tenuta del filo.

Verrissimo, in coltelleria non c'è assolutamente bisogno del sottorfreddamento ai fini della durezza. Come già scritto prima però, per quantor iguarda molti acciai altolegati (A2, S7, S1, S5, ecc), o acciai iossidabili martensitici (penso al 440C o al 420 o al Niolox) non sempre si può sfruttare l'indurimento secondario (o perchè non si raggiungerebbero durezze abbastanza elevate o perchè comunque si avrebbe una precipitazione troppo estesa di carburi di cromo, deleteri sia per la resistenza a corrosione inergranulare che per la tenuta de filo).

Quindi conviene fare un sottoraffreddamento per eliminare almeno parte dell'austenite residua (ed usare, nei casi in cui non è conveniente sfruttare l'indurimento secondario, temprature di austenizzazione basse o medio-basse).

Per tecnopolimeri intendi polimeri organici (tipo PAG, PVP, ecc) o altri tipi di polimeri?

Sto cercando le curve di raffreddamento di alcuni polimeri organici, ma purtroppo non li trovo.

Ciao.
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-12:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
Si, si, spiegato benissimo Sorriso .

A e queste cose interessano molto. E' da tempo che voglio approfondire certi argomenti.

Quindi, se ho ben capito, in teoria, fare una distensione e poi sottoraffreddamento in freezer permette di trasformare parte del'austenite residua in martensite (perchè ci si avicina alla T Mf), ma in pratica non è così. Esatto?

Sicuramente per certe applicazioni il problema della stabilità dimensionale è importantissimo. Penso ad esmpio a un mio amico che lavora in un azienda che produce stampi (ed utilizza anche lo Sverker 21, ovvero aisi D2). Per i coltelli il problema di deformazioni durante l'uso, cauate dalla trasformazione dell'austenite residua in martensite è moooolto più limitato, ma comunque è bene eliminare l'austenite residua per migliorare le doti di taglio e tenuta del filo.

Verrissimo, in coltelleria non c'è assolutamente bisogno del sottorfreddamento ai fini della durezza. Come già scritto prima però, per quantor iguarda molti acciai altolegati (A2, S7, S1, S5, ecc), o acciai iossidabili martensitici (penso al 440C o al 420 o al Niolox) non sempre si può sfruttare l'indurimento secondario (o perchè non si raggiungerebbero durezze abbastanza elevate o perchè comunque si avrebbe una precipitazione troppo estesa di carburi di cromo, deleteri sia per la resistenza a corrosione inergranulare che per la tenuta de filo).

Quindi conviene fare un sottoraffreddamento per eliminare almeno parte dell'austenite residua (ed usare, nei casi in cui non è conveniente sfruttare l'indurimento secondario, temprature di austenizzazione basse o medio-basse).

Per tecnopolimeri intendi polimeri organici (tipo PAG, PVP, ecc) o altri tipi di polimeri?

Sto cercando le curve di raffreddamento di alcuni polimeri organici, ma purtroppo non li trovo.

Ciao.


Allora....non è che non trasformi l'austenite residua ma ne trasformi molto meno di un sottozero diretto dopo tempra, la distensione stabilizza l'austenite residua e diventa meno "reattiva.....

La teoria dice che è meglio trasformarla ma dopo rinvenimenti fatti bene ne hai talmente poca che non giustifica in termini di costo un sottozero...tieni presente che mandare un freezer industriale a - 70/80° C ciuccia tantissimo azoto liquido che costa dai 20 ai 25 cent Kg...

L'aisi 440c e 420 hanno la curva di rinvenimento od indurimento secondario a 470/500 °C (ma devi austenitizzare alto con i rischi del caso)ma queste temperature coincidono ad un abbassamento di resistenza alla corrosione piuttosto marcato non a caso questi acciai vengono distensionati dai 200 ai 250 °C, il 420 però rimane su durezze poco appetibili per il filo della lama. L'indurimento secondario viene sfruttato per successive nitrurazioni ad oltre 500° C ma non è il caso di questi acciai salvo alcune eccezioni.
probabilmente lo sai se visiti il sito uddeholm italiano puoi scaricare delle brochure interessanti che parlano pure delle percentuali di austenite residua, comunque sempre inferiore al 4% con il canonico trattamento

La questione tecnopolimeri non l'ho mai approfondita in quanto non li ho mai usati, a questo indirizzo trovi qualcosa ma non penso le cuve di raffreddamento.... http://www.houghton.it:8080/(mny1ws45cotk1p55uh0vul3h)/Prodotti/Polimeri_per_tempra.aspx?pagina=1

ciao
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-12:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Si, conosco molto bene il sito della buau.

Proprio grazie ai loro grafic ho notato che per gli altoleati (A2 e D2, per citare due accai autensili famosi), anche facendo un doppio rinvenimento, la quantità di austenite residua rimane invariata, a meno che non si sfrutti la precipitazione dei caburi secondari.

Qundi, per acciai come 420, Niolox o comunque per quegli acciai per cui non è possibile-consigliabile sfruttare l'indurimento secondario (sempre nel'ambito della colteleria) è consigliabile fare un sottoraffreddamento (se possibile industriale).

Ah, io parlo de freezer di casa, dato che molti artigiani fanno il sottoraffredamento utilizzando quello (sottoraffredamento blando, però dovrebbe funzionare almeno in parte).

Personalmente, nel caso in cui ci sia la possibilità di fare un sottoraffreddamento serio, penso che, per i coltelli, la cosa migliore per acciai inossidabili martensitici come 440C o 420, sia utilizzare temperatura di austeizzazione alte (sempre facendo atenzione all'ingrossamento del grano), per far entrare in soluzioneuna maggior quantità di cromo, migliorando sia la resistenza a corrosione sia la tenuta del filo, dato che carburi di cromo diminuiscono tale parametro. Sepre nel campo della colteleria ovviamente.

Cosa ne pensi?

Ciao.
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-13:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
Si, conosco molto bene il sito della buau.

Proprio grazie ai loro grafic ho notato che per gli altoleati (A2 e D2, per citare due accai autensili famosi), anche facendo un doppio rinvenimento, la quantità di austenite residua rimane invariata, a meno che non si sfrutti la precipitazione dei caburi secondari.

Qundi, per acciai come 420, Niolox o comunque per quegli acciai per cui non è possibile-consigliabile sfruttare l'indurimento secondario (sempre nel'ambito della colteleria) è consigliabile fare un sottoraffreddamento (se possibile industriale).

Ah, io parlo de freezer di casa, dato che molti artigiani fanno il sottoraffredamento utilizzando quello (sottoraffredamento blando, però dovrebbe funzionare almeno in parte).

Personalmente, nel caso in cui ci sia la possibilità di fare un sottoraffreddamento serio, penso che, per i coltelli, la cosa migliore per acciai inossidabili martensitici come 440C o 420, sia utilizzare temperatura di austeizzazione alte (sempre facendo atenzione all'ingrossamento del grano), per far entrare in soluzioneuna maggior quantità di cromo, migliorando sia la resistenza a corrosione sia la tenuta del filo, dato che carburi di cromo diminuiscono tale parametro. Sepre nel campo della colteleria ovviamente.

Cosa ne pensi?

Ciao.


di austenite residua ne hai comunque al di sotto del 4 % per avere sensibili variazioni di durezza e volume devi stare sopra il 10 %.....se mastichi inglese vedrai che ti raccomandano 250 C di rinvenimento per avere il miglior compromesso resilienza, durezza e resistenza alla corrosione........

l'austenitizzazione più alta è corretta ma occhio al tempo di austenitizzazione per il grano.....per contro hai più austenite da trasformare (almeno il doppio rispetto ai 1020° C)

nei coltelli diciamo che è più facile controllare i tempi di austenitizzazione perchè a mio avviso il raggiungimento a cuore della temperatura coincide con quella del forno....se poi qualcuno vuole fare il perfezionista prende un dummie (provino) con spessore simile al coltello da temprare, ci mette una termocoppia a cuore e può controllare meglio il processo.....esistono TC in KMGO sottili come il fil di ferro (1.5 mm)

ciao

peppol@
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-14:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Si, si, infatti le alte Tdi austenizzazione le consiglerei solo nel caso degli acciai inossidabili sopracitati (420 e 440) e solo nel caso in cui si possa fare un sottorafreddamento serio.

Già per la tempra di acciai come il D2 (o acciai simili, con un buon-ottimo indurimento seconario), con i forni che usano normalmente i coltellinai (hobbisti e professionisti) c'è il problema che austenizzando alle alte temperature poi o si ha un elevato tenore di ausenite residua (in alcuni casi anche più del 30% Amore ) oppure se si sfrutta la precipitazione dei carburi, per trasformare anche l'austenite residua, bisogna andare oltre il picco, e per raggiungere le durezze desiderate (58-59 Hrc circa di solito) e bisogna controllare mlto bene la tempratura di rivenimento (e comunque pens sia preferibile avere una struttura con meno carbrui ma più fini, che con più carburi ma più grossolani).

Quindi credo che sia meglio utilizzare temperature di austenizzazione medie, in modo da riuscire a sfruttare soddisfacentemente l'indurimento secondario, trasformare l'austenite residua in martensite (TCC e successivamente rinvenuta), e avere comunque una discreto tenore di cromo libero.

Si, su tatissimi pdf (quelli un po' compleasti), si dice che per la migliore resistenza a corrosione è bene usare T di rinvenimento "basse" (200-300°C circa), mentre per la migliore tenacità 500-550°C (per ottenere la martensite rinvenuta, compatibilmente con durezze non troppo elevate ovviamente e facendo attenzione alla malattia di krupp).

Per gli acciai inossidabili martensitici o comunque con un buon tenore di Cr ovviamente.

Ciao.
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peppola69
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-14:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
Si, si, infatti le alte Tdi austenizzazione le consiglerei solo nel caso degli acciai inossidabili sopracitati (420 e 440) e solo nel caso in cui si possa fare un sottorafreddamento serio.

Già per la tempra di acciai come il D2 (o acciai simili, con un buon-ottimo indurimento seconario), con i forni che usano normalmente i coltellinai (hobbisti e professionisti) c'è il problema che austenizzando alle alte temperature poi o si ha un elevato tenore di ausenite residua (in alcuni casi anche più del 30% Amore ) oppure se si sfrutta la precipitazione dei carburi, per trasformare anche l'austenite residua, bisogna andare oltre il picco, e per raggiungere le durezze desiderate (58-59 Hrc circa di solito) e bisogna controllare mlto bene la tempratura di rivenimento (e comunque pens sia preferibile avere una struttura con meno carbrui ma più fini, che con più carburi ma più grossolani).

Quindi credo che sia meglio utilizzare temperature di austenizzazione medie, in modo da riuscire a sfruttare soddisfacentemente l'indurimento secondario, trasformare l'austenite residua in martensite (TCC e successivamente rinvenuta), e avere comunque una discreto tenore di cromo libero.

Si, su tatissimi pdf (quelli un po' compleasti), si dice che per la migliore resistenza a corrosione è bene usare T di rinvenimento "basse" (200-300°C circa), mentre per la migliore tenacità 500-550°C (per ottenere la martensite rinvenuta, compatibilmente con durezze non troppo elevate ovviamente e facendo attenzione alla malattia di krupp).

Per gli acciai inossidabili martensitici o comunque con un buon tenore di Cr ovviamente.

Ciao.


i carburi aiutano e molto la durezza, la finezza dei carburi dipende dal tempo, temperatura e spegnimento più o meno rapido...tieni presente che durante il rinvenimento si ha comunque la coalescenza dei carburi (si accoppiano Sorriso per formarne uno più grosso)....è sempre il discorso dei compromessi

ciao

peppol@
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Templar
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MessaggioInviato: Mer 24 Set 2008-14:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Eh si, bisogna sempre fare dei compromessi.

Per quanto riguardala coalescenza intendevo quella che avviene dopo la completa precipitazione dei carburi (dato che da tale T sino ad Ac1 la durezza diminuisce per la coalescenza di tali carburi).

Ciao.
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