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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-14:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
@Less
La prima foto che ho messo non dovrebbe rappresentare la "cervelliera con nasale?"

@Slaine
Beh, dato che il periodo di riferimento è 1200 spaccato, direi che può andare ancora bene, no?


... direi di no, ma non sta a me decidere... se è documentato non mi intrometto ;-)

p.s. figo il 1200 prima delle leggi suntuarie ;-)
un po' più colorato del 1200 "classico" post '62 Sorrisone

Domanda, ma a parte la questione "ruolo", com'è che siete tutti scimmiati con "il personaggio"? :-)
Giuro è per pura curiosità, fa molto LARP :-)
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-16:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Più che a documentato, pensavo ai soliti "strascichi", tipo il cappello d'arme, che continua ad esistere per parecchio tempo.
In fondo le cose buone non smettevano di usarle subito ^^

Solo questo Linguaccia

Il personaggio trovo sia un buon metodo per immergersi a fondo ed evitare troppe "sovrapposizioni", in più ti da un "quid" d'appartenenza in più ^^

P.S.
@Limits
Come non esistevano? O_o
Ma zio Oake ha documentato che sulle tombe usavano ritrarre le spade tutte infoderecchiate ^^ A meno che tu intenda che era solo prerogativa dei cavalieri d'alto rango Sorriso

Altrimenti c'è questo... ma l'ho provato ed è scomodissimo.

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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-16:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Più che a documentato, pensavo ai soliti "strascichi", tipo il cappello d'arme, che continua ad esistere per parecchio tempo.
In fondo le cose buone non smettevano di usarle subito ^^

Solo questo Linguaccia

Il personaggio trovo sia un buon metodo per immergersi a fondo ed evitare troppe "sovrapposizioni", in più ti da un "quid" d'appartenenza in più ^^


Non ho detto che il nasale conico non fosse usato, ma che lo Spangen mi pare sia precedente. Gli "straschi" subiscono modifiche nella storia basta vedere appunto l'evoluzione dallo Spangen germanico al nasale conico che ha spopolato dopo "l'epopea normanna" (passatemi il termine).

Per il fodero, senza offesa, ma parziale oltre ad essere assurdamente inutilizzabile (qualora la spada fosse affilata) e irreale è assolutamente inguardabile -_-'
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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-16:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Intendo in SOLO quoio, sono in legno e quoio/pelle sennò dove le mettevano le spade Sorriso ... il discorso elmi è questo, è vero si che alcuni elmi come il normanno con nasale classico, il cappello d'arme sono utilizzati per moltissimi secoli ma cambiano alcuni dettagli, se ne accorgerebbero in pochi, ma per sfizio tuo devi prendere la cosa più attinente al periodo... così fai un pò di ricerca sennò che gusto c'è Cinesino
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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-16:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

SlaineMacRoth ha scritto:
[
Non ho detto che il nasale conico non fosse usato...

ecco si, mi hai preceduto di poco... questo il concetto Cinesino
...inguardabile invece il fodero della foto Sguardo da duro
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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-16:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ecco per il fodero guarda questa immagine che ha postate Slaine, nonostante sia particolare è diffuso in tutta europa e rimane quasi uguale per secoli quello dell'immagine (stupenda!)


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MessaggioInviato: Gio 29 Mar 2012-20:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Indovinate da dove ho preso quella foto?
Anche perché quel fodero l'ho fatto diventare poltiglia di proteine Mi si illuminano gli occhi!
Volevo allargarlo col vapore, ma l'ho lasciato appoggiato sui bordi di una pentola traballante, ci è caduto dentro ed è andato in bollitura per un'ora intera Sguardo da duro

@Limits
Ahhhh! Felloni e marrani furono!
Il mio attuale referente continua a rompermi le palle per avere il mezzamanica!
Ahhhh, fatemi fare un salto a Cerro e vi faccio un foderaccio coi contro fiocconi!
In più è proprio il fodero che ho visto su "Sword in hand" dello zio Ewart Polemico

@Slaine
Ah, come al solito capisco male io ^^
Penso proprio che sia un'evoluzione di quello che dici tu, ed anzi, mi sembra simile ad un altro elmo, almeno in parte, quello con maschera trovato a Sutton Hoo.
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-10:48 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Indovinate da dove ho preso quella foto?
Anche perché quel fodero l'ho fatto diventare poltiglia di proteine Mi si illuminano gli occhi!
Volevo allargarlo col vapore, ma l'ho lasciato appoggiato sui bordi di una pentola traballante, ci è caduto dentro ed è andato in bollitura per un'ora intera Sguardo da duro
@Limits
Ahhhh! Felloni e marrani furono!
Il mio attuale referente continua a rompermi le palle per avere il mezzamanica!
Ahhhh, fatemi fare un salto a Cerro e vi faccio un foderaccio coi contro fiocconi!
In più è proprio il fodero che ho visto su "Sword in hand" dello zio Ewart Polemico


non ci hai perso molto :-D :-D :-D
Hai deciso finalmente di usare le tue manine di fata da rievocatore? Amore Sorriso
In ogni caso ho tutta la documentazione e spiegazione sulla realizzazione di un fodero in pelle cuoio e LEGNO, ti passo tutto se vuoi e ti spiego, quello che stò facendo io lo finisco a breve, l'unica cosa che devi comprare già fatta è il puntale in ferro più le fibiette... ti avvsiso però che non è semplice da fare Mi si illuminano gli occhi!
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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-12:07 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Indovinate da dove ho preso quella foto?
Anche perché quel fodero l'ho fatto diventare poltiglia di proteine Mi si illuminano gli occhi!
Volevo allargarlo col vapore, ma l'ho lasciato appoggiato sui bordi di una pentola traballante, ci è caduto dentro ed è andato in bollitura per un'ora intera Sguardo da duro

@Slaine
Ah, come al solito capisco male io ^^
Penso proprio che sia un'evoluzione di quello che dici tu, ed anzi, mi sembra simile ad un altro elmo, almeno in parte, quello con maschera trovato a Sutton Hoo.


MArcus, mi spiace sono un rompiglioni :-( sono fatto così.
quello di Sutton Hoo è bellissimo :joy:
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-12:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:


Altrimenti c'è questo... ma l'ho provato ed è scomodissimo.


si ma cinta piu fodero costa 35 € non puoi pretendere molto dai...

l'ho appena preso...(non ho tempo voglia spazio di farmi un fodero...)
e nonostante non mi piaccia è comodo e oltretutto facendo saltare un ribattino il mezzo fodero si puo levare...Sorrisone
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-14:30 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

@Limits
Dai rivenditori fanno solo foderi in cuoio/pelle e basta, l'anima in legno non sanno nemmeno cosa sia, quindi.... sì, uso le mie manine di fata ( che sono un po' da orco, più che da fata Linguaccia )
Basta mettersi d'accordo con un paio d'altri e andiamo a fare un sopralluogo...
Le istruzioni mi servono invece ehe Occhiolino Soddisfatto

@Slaine
Maffigurati!!!
Ci mancherebbe, sulla Storia ( maiuscola eh Carino! ) bisogna essere rompigliosi!

@Coldsteel
A me risultava molto scomodo perché la mia ciccia ha bei 92cm di lama, ed appesa in quel modo alla cintura, toccava terra praticamente sempre e ho visto che fare troppi movimenti strambi non è facilissimo: all'ultimo torneo di Grazzano ho dovuto sfoderarla, darla in mano al mio vecchio e salire su un pilastro, altrimenti non ce l'avrei fatta. Per altro devo trovare un modo per fare uno spacco alla tunica già completa... altrimenti muoversi diventa difficle...
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-14:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
@Limits
Dai rivenditori fanno solo foderi in cuoio/pelle e basta, l'anima in legno non sanno nemmeno cosa sia....


Eh lo so Indifferente ma sono fatti così per 2 motivi
1 costano molto meno e, parole di uno di loro, di legno costerebbe troppo, in ogni caso un fodero del genere da loro costa 80-90€
2 perchè se condo alcuni se ci caschi sopra non ti fai del male e non si spaccano

Ma... non sono per nulla storici, sono solo un surrogato dalla resa estetica e visiva molto simile per cui ci si può tranquillamente accontentare come anche no, per questo me ne sono costruito uno :joy:
poi pelle e cuoio assorbono umidità e la trattengono favorendo ossidazione della spada il che non è il massimo per conservarla a lungo ed in situzioni di nubifragi drammatici come quello di Brescia dello scorso anno.
in caso di rottura del fodero credo di essere in grado di sistemarlo.

Coldsteel potresti modificarla
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-15:15 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

io avevo fatto tutto il sistema di sospensione per la mia S.Maurizio... ora il fodero tiene la vichinga, il fodero è lanciato nel vecchio box e non faccio nessuno dei due periodi XD

pregio neh?

:-p
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-18:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
@Limits

@Coldsteel
A me risultava molto scomodo perché la mia ciccia ha bei 92cm di lama, ed appesa in quel modo alla cintura, toccava terra praticamente sempre e ho visto che fare troppi movimenti strambi non è facilissimo: all'ultimo torneo di Grazzano ho dovuto sfoderarla, darla in mano al mio vecchio e salire su un pilastro, altrimenti non ce l'avrei fatta. Per altro devo trovare un modo per fare uno spacco alla tunica già completa... altrimenti muoversi diventa difficle...

quarda che il sistema di sospensione "vero" (quello del disegno per capirci) ti lascia la spada ben piu in basso , per cui se gia ti toccava con quel fodero con quello filologico ari per terra
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-18:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nolimits80 ha scritto:
Ser Marcus ha scritto:
@Limits
Dai rivenditori fanno solo foderi in cuoio/pelle e basta, l'anima in legno non sanno nemmeno cosa sia....


Eh lo so Indifferente ma sono fatti così per 2 motivi
1 costano molto meno e, parole di uno di loro, di legno costerebbe troppo, in ogni caso un fodero del genere da loro costa 80-90€
2 perchè se condo alcuni se ci caschi sopra non ti fai del male e non si spaccano

Ma... non sono per nulla storici, sono solo un surrogato dalla resa estetica e visiva molto simile per cui ci si può tranquillamente accontentare come anche no, per questo me ne sono costruito uno :joy:
poi pelle e cuoio assorbono umidità e la trattengono favorendo ossidazione della spada il che non è il massimo per conservarla a lungo ed in situzioni di nubifragi drammatici come quello di Brescia dello scorso anno.
in caso di rottura del fodero credo di essere in grado di sistemarlo.

Coldsteel potresti modificarla


imho il fodero in legno è una rottura di caxxo infinita (lo ha la mia hanuei..) molto meglio uno morbido
il fatto di avere un fodero integrale in cuoio ha un enorme vantaggio:
se gli fai bere olio fino al rigetto ogni volta che infili la spada il fodero te la unge gratis XD


Ultima modifica di ColdSteel il Ven 30 Mar 2012-23:23 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-20:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ColdSteel ha scritto:
Ser Marcus ha scritto:
@Limits

@Coldsteel
A me risultava molto scomodo perché la mia ciccia ha bei 92cm di lama, ed appesa in quel modo alla cintura, toccava terra praticamente sempre e ho visto che fare troppi movimenti strambi non è facilissimo: all'ultimo torneo di Grazzano ho dovuto sfoderarla, darla in mano al mio vecchio e salire su un pilastro, altrimenti non ce l'avrei fatta. Per altro devo trovare un modo per fare uno spacco alla tunica già completa... altrimenti muoversi diventa difficle...

quarda che il sistema di sospensione "vero" (quello del disegno per capirci) ti lascia la spada ben piu in basso , per cui se gia ti toccava con quel fodero con quello filologico ari per terra


Nì, perchè da come mi sembra di capire, la cintura più piccola la portano sopra l'ombelico, mentre il cingulum militum ( mi sembra sia quello ) è un po' più basso.
Per intenderci, io lo tenevo giusto sopra le anche, non mi piace avere la panza schiacciata...
In più, dovrebbe essere un pochino più angolato, e comunque opererò perchè venga più angolato ( ma non a livelli di foderi successivi :d )
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MessaggioInviato: Ven 30 Mar 2012-23:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
ColdSteel ha scritto:
Ser Marcus ha scritto:
@Limits

@Coldsteel
A me risultava molto scomodo perché la mia ciccia ha bei 92cm di lama, ed appesa in quel modo alla cintura, toccava terra praticamente sempre e ho visto che fare troppi movimenti strambi non è facilissimo: all'ultimo torneo di Grazzano ho dovuto sfoderarla, darla in mano al mio vecchio e salire su un pilastro, altrimenti non ce l'avrei fatta. Per altro devo trovare un modo per fare uno spacco alla tunica già completa... altrimenti muoversi diventa difficle...

quarda che il sistema di sospensione "vero" (quello del disegno per capirci) ti lascia la spada ben piu in basso , per cui se gia ti toccava con quel fodero con quello filologico ari per terra


Nì, perchè da come mi sembra di capire, la cintura più piccola la portano sopra l'ombelico, mentre il cingulum militum ( mi sembra sia quello ) è un po' più basso.
Per intenderci, io lo tenevo giusto sopra le anche, non mi piace avere la panza schiacciata...
In più, dovrebbe essere un pochino più angolato, e comunque opererò perchè venga più angolato ( ma non a livelli di foderi successivi :d )


se non erro è la stessa cintura che fa 2 giri sulla panza, non sono 2 cinture separate..poi magari m sbaglio ma i disegni li ho sempre interpretati cosi...(del resto si vede una sola allacciatura e non 2)

aggiornamento:
se la spada ti tocca terra.. a mio avviso la miglior soluzione è quella di una "tracolla" (come portavano la spada i legionari ad es) in questo modo riesci a regolare meglio l'altezza...
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MessaggioInviato: Sab 31 Mar 2012-23:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Oppure sostituirla con qualcosa di più piccolo Occhiolino Soddisfatto
Un falcione, un'ascia, qualcosa del genere va benissimo.
Ma se voglio mantenere il personaggio potrei ripiegare su una spada più corta ^^ ( Di normanne ad una mano sola è pieno Internet )

P.S.
Oggi abbiamo fatto le foto, appena possibile ve le metto qui.
E non sarebbe il caso di ridimensionare l'immagine postata da Slaine? Sfonda il limite destro dello schermo Cinesino
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MessaggioInviato: Lun 02 Apr 2012-8:53 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Confermo è un pezzo unico la cintura, facendola in maniera appropriata si può aggiustare e regolare l'inclinazione della spada a piacimento, chiaramente un fodero fatto così va bene esclusivamente per una sola spada, ed è un altro dei motivi per cui non si trovano foderi filologici, vedendone uno con anima in legno ed uno in solo cuoio posso dirvi che non c'è paragone, ma come detto bisogna armarsi di tanta pazienza e farselo su misura per una sola spada che si possiede... soluzione 2 costruisci i trampoli :-D
cmq vedere immagina:


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MessaggioInviato: Lun 02 Apr 2012-21:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Limitsss.
Ora però ho una domanda: come faccio a cucire il cuoio sopra il legno?
Ho già provato col mio mezzamanica, ma non mi è uscito 'sto granché... Mah..
E non è stato nemmeno facile...
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MessaggioInviato: Mar 03 Apr 2012-10:12 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Grazie Limitsss.
Ora però ho una domanda: come faccio a cucire il cuoio sopra il legno?
Ho già provato col mio mezzamanica, ma non mi è uscito 'sto granché... Mah..
E non è stato nemmeno facile...


ago ricurvo, pelle umida e tiri ;-)
magari per i buchi prendi prima le misure e li fai su un asse ;-)
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MessaggioInviato: Mar 03 Apr 2012-12:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ah ecco! Con l'ago ricurvo mi torna tutto un po' meglio... Perché altrimenti, far combaciare i lembi è un'impresa semi impossibile.... Indifferente
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MessaggioInviato: Mar 03 Apr 2012-13:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Ah ecco! Con l'ago ricurvo mi torna tutto un po' meglio... Perché altrimenti, far combaciare i lembi è un'impresa semi impossibile.... Indifferente


puoi usare anche quello normale ma con il ricurvo è più semplice ;-)
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MessaggioInviato: Mar 03 Apr 2012-18:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

SlaineMacRoth ha scritto:
Ser Marcus ha scritto:
Ah ecco! Con l'ago ricurvo mi torna tutto un po' meglio... Perché altrimenti, far combaciare i lembi è un'impresa semi impossibile.... Indifferente


puoi usare anche quello normale ma con il ricurvo è più semplice ;-)


No, con quello normale è davvero un'impresa!
Che filo consigliate?
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MessaggioInviato: Mer 04 Apr 2012-9:05 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Spe... non cuoio ma pelle bella robusta, il difficile è appunto riuscire ad avere il pezzo di pelle della dimensione giusta, bisogna essere un pò scarsi, come detto si bagna la pelle e la si tira durante la cucitura, si incolla anche ovviamente Mi si illuminano gli occhi!
Fai i buchi prima con la fustellatrice
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MessaggioInviato: Mer 04 Apr 2012-10:33 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
SlaineMacRoth ha scritto:
Ser Marcus ha scritto:
Ah ecco! Con l'ago ricurvo mi torna tutto un po' meglio... Perché altrimenti, far combaciare i lembi è un'impresa semi impossibile.... Indifferente


puoi usare anche quello normale ma con il ricurvo è più semplice ;-)


No, con quello normale è davvero un'impresa!
Che filo consigliate?


Fustellatrice come dice Limits o buchi con punteruolo (se vuoi un lavoro più fine).
per il filo hai tre soluzioni:
Filo per sellai (che però rischia di tagliare la pelle in trazione
Filo cerato
Filo di lino grosso

oppure usi un laccio di pelle ;-)
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MessaggioInviato: Mer 04 Apr 2012-10:48 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Filo cerato dire... vai dal signor galli ed ha tutto Occhiolino Soddisfatto
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MessaggioInviato: Mer 04 Apr 2012-11:38 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Nolimits80 ha scritto:
Filo cerato dire... vai dal signor galli ed ha tutto Occhiolino Soddisfatto


Per il fodero a mio avviso può usare anche il semplice filo di lino :-)
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Mer 04 Apr 2012-20:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io ho del filo di lino da calzolaio, altrimenti recupero senza problemi del filo di lino per alimentari, van bene? Volendo posso cerarli di mio, mi basta fare un salto dall'apicoltore di paese per avere un "lingotto" di cera d'api a pochi n€uro
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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Gio 05 Apr 2012-14:34 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Io ho del filo di lino da calzolaio, altrimenti recupero senza problemi del filo di lino per alimentari, van bene? Volendo posso cerarli di mio, mi basta fare un salto dall'apicoltore di paese per avere un "lingotto" di cera d'api a pochi n€uro


soluzione ottimale ;-)
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-11:01 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Vi metto le foto che abbiamo fatto Sabato scorso al nostro campo d'allenamento. Molto senza pretese eh...

























P.S.
Non sappiamo combattere, erano pose solo per far scena Linguaccia
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Nolimits80
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-12:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Quello in mimetica non è molto filologico :-D
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ColdSteel
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-12:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nolimits80 ha scritto:
Quello in mimetica non è molto filologico :-D

ma no!!!
quella è una replica della famosissima tabarba in damascato verde tipica della zona nel xiv secolo non la conosci ??? Polemico
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Lessa
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-13:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Togli la zin.ca.tu.ra. T_T

P.s.
Consiglio per quando tiri. Cerca sempre di mantenere la "T".
Consiglio di cercare qualcuno che pratichi tiro dinamico. Oppure vai su arco e frecce e chiedi consiglio lì.
Salutozzi!
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-13:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Lessà ha scritto:
Togli la zin.ca.tu.ra. T_T


tienti stretta la zincatura (sara brutta ma ti risparmia un sacco di sbatta)
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-13:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Lessà ha scritto:
Togli la zin.ca.tu.ra. T_T

P.s.
Consiglio per quando tiri. Cerca sempre di mantenere la "T".
Consiglio di cercare qualcuno che pratichi tiro dinamico. Oppure vai su arco e frecce e chiedi consiglio lì.
Salutozzi!

Per la zincatura ti avevo chiesto, ma non è ancora ora delle grigliate, non ho voglia di tirare fuori barbecue e carbonella solo per quell'affare Sorriso

Eppoi, parli con un arciere professionista Occhiolino Soddisfatto Era solo scena quella Linguaccia
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MessaggioInviato: Ven 06 Apr 2012-13:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bravi Sorrisone

più colore però voi che potete ;-)
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MessaggioInviato: Sab 07 Apr 2012-12:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ovvio che la zincatura toglie un sacco di sbatta, ma per un periodo in cui non ci si può neanche pestare seriamente per via della pochezza delle protezioni (quindi scusarsi dicendo che si fa più scherma che rievocazione) e dunque ci si focalizza più sulla ricostruzione e sull'attendibilità del costume, la zincatura è una porcata pazzesca, tanto vale comprare cotte di maglia in PVC che sembrano anche più veritiere (in foto).

Markus se sei un arciere allora non ho nulla da dirti in più. Sorrisone
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MessaggioInviato: Sab 07 Apr 2012-13:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Lessà ha scritto:
Ovvio che la zincatura toglie un sacco di sbatta, ma per un periodo in cui non ci si può neanche pestare seriamente per via della pochezza delle protezioni (quindi scusarsi dicendo che si fa più scherma che rievocazione) e dunque ci si focalizza più sulla ricostruzione e sull'attendibilità del costume, la zincatura è una porcata pazzesca, tanto vale comprare cotte di maglia in PVC che sembrano anche più veritiere (in foto).

Markus se sei un arciere allora non ho nulla da dirti in più. Sorrisone

No preocupe! La zincatura sparirà quest'estate, approfittando di una grigliatina Occhiolino Soddisfatto

@Slaine
Rammento le leggi suntuarie, ma essendo ceto medio-basso ( loro Linguaccia ) è meglio evitare colori troppo sgargianti ^^
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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Mar 10 Apr 2012-9:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Le Suntuarie sono dal 1262... O_O.

Se fate inizio un po' di colore in più non guasta ;-)

Cmq de gustibus :-p
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MessaggioInviato: Mar 10 Apr 2012-11:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Hai qualche cosa di più dettagliato sulle leggi suntuarie del XIII sec?
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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Mar 10 Apr 2012-14:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Le Leggi Suntuarie
Per un lungo periodo si è cercato di regolamentare vesti e cerimonie tramite leggi, presupponendo che si trattasse di aspetti di rilevanza pubblica da disciplinare per il bene di una collettività di persone che avevano diritto di esibire estetiche diverse. La legislazione suntuaria copre un esteso arco cronologico che va dal Duecento al Settecento. In questo tipo di intervento si legge una duplice volontà: quella dei legislatori di continuare ad arginare la tendenza diffusa a scegliere liberamente la propria estetica, e quella delle persone di epoche diverse di vestirsi ed ornarsi con quanto il mercato offriva e con quanto si potevano economicamente permettere. Sicuramente gli interventi dei moralisti hanno svolto un’azione di sostegno alle posizioni dei legislatori infatti, quello che le legge esprimeva con un divieto o con una multa, il predicatore o il trattatista lo sosteneva con molti argomenti ed espedienti efficaci (come i già citati “roghi delle vanità”). Queste norme sono parte integrante degli Statuti cittadini che dalla seconda metà del XIII secolo esprimono la volontà di regolare ogni più minuto aspetto della vita collettiva. Le prime leggi suntuarie sono contemporanee agli interventi a favore della penitenza compiuti nelle città dai frati francescani e domenicani da poco alla conquista delle popolazioni urbane. L’esempio di Francesco, che abbandonò ogni ricchezza per un ruvido saio, era un motivo dominante nelle omelie e quindi chi indossava abiti preziosi non faceva che dimostrare di preferire beni terreni ai più celati tesori spirituali; per tutti, il modello estetico era improntato alla modestia. Ma, proprio in contrasto con questo canone di esteriorità, nelle botteghe artigiane giorno dopo giorno venivano realizzati importanti progressi proprio nella produzione di quegli oggetti che le leggi vietavano. Fra XIII e XIV secolo l’esibizione del lusso avveniva da parte di persone in precedenza estranee a questo fenomeno, uomini dotati di risorse economiche con le quali potevano permettersi di superare le tradizionali barriere sociali. Questi nuovi ricchi tuttavia andavano distinti dai ceti di norma privilegiati che tentarono infatti di controllare lo strumento legislativo in grado di garantire loro quel privilegio estetico ora minacciato. Lo scopo fu raggiunto grazie ai divieti da cui erano esonerati solo milites e dottori; a tutti gli altri non si imponeva di rinunciare, ma di pagare una multa per esibire i capi vietati. Se la legislazione del Duecento si caratterizza dalla generale tendenza a spegnere ogni privilegio nel nome della moderazione, il secolo successivo presenta importanti novità rispetto al passato: la più importante è l’introduzione sul mercato di nuovi beni grazie allo sviluppo del commercio e delle arti con la conseguenza di una produzione migliore e caratterizzata da una grande varietà di fogge e colori. Si affacciano ora sulla scena nuove categorie con la dichiarata aspirazione a partecipare a ogni aspetto ella vita e della competizione sociale, compresa l’esibizione di ricchezza e privilegio. Bernardino da Siena, verso la fine del XIV secolo, scrive di una stupefacente varietà di fogge, colori e tessuti riscontrabile indosso alle persone per le vie cittadine. Le leggi trecentesche esonerano dai divieti mogli e figli di nobili, di cavalieri e di dottori in diritto e medicina, un numero certamente esiguo di persone di cui si voleva conservare e infoltire la presenza nelle città a cui essi portavano utilità, fama e prestigio. Un nuovo problema era poi quello costituito dai capi di vestiario già posseduti al tempo e diventati proibiti dall’emanazione delle nuove norme: lo stratagemma venne individuato nel corso del XIV secolo e fu quello di denunciarle all’apposito funzionario per poi marcarle con un bollo.L’obiettivo di una parziale redistribuzione delle ricchezze era condiviso dai legislatori e dai moralisti che vedevano l’esibizione del lusso come un’offesa a coloro che non avevano nemmeno il necessario per ripararsi dal freddo. Ecco che allora c’era chi cercava di tacitare la propria coscienza facendo una moderata beneficenza oppure concorrendo a creare prima e mantener poi, i capitali del Monte di Pietà della propria città. Ulteriore soluzione era quella di devolvere al Monte i proventi raccolti dalle multe applicate a quelle donne che infrangevano le leggi con i loro strascichi e gioielli. La normativa suntuaria quattrocentesca introduce una novità che consiste nella costruzione di una scala sociale con relativa estetica fondata sulla corrispondenza tra ìlo status e le forme dell’apparire. Distinguere i nobili da chi non lo era costituiva forse il fine principale di tale normativa. Il sistema della multa che si applicava ai trasgressori dei divieti non era però adottato ovunque: in alcune città si ricorreva al sequestro dell’oggetto e a volte perfino alla prigione. Questo accadeva ad esempio a Venezia dove si arrivò a minacciare i sarti colpevoli di produrre capi vietati con l’esilio perpetuo; i soli esentati dai divieti erano il doge, la dogaressa e pochi familiari. Anche a Siena fino al XV secolo le multe non erano previste. Di fatto con le multe non si voleva solo estorcere denaro ai ricchi, ma si voleva indurre al rispetto del principio gerarchico che presiedeva alla vita sociale. Inoltre si cercava così di limitare le importazioni e dirigere le ricchezze verso i settori ritenuti più opportuni da incentivare. E gli artigiani erano coinvolti in questo disciplinamento contro il loro stesso interesse; i sarti senesi giuravano davanti al podestà di rispettare le disposizioni suntuarie e se la donna che indossava un abito proibito pagava una multa di 25 lire, il sarto ne pagava una di 10. Nel tentativo di distinguere le diverse componenti della società urbana rientra anche la regolamentazione delle categorie dei “diversi” come nel caso delle meretrici e degli ebrei. A Bologna verso la metà del Duecento le norme vietano alle donne oneste di indossare vesti lunghe fino a toccare terra o nastri di oltre un braccio e mezzo; più tardi, nel 1376, le donne di malaffare dovevano portare un cappuccio con una lunga punta e un sonaglio alla sommità e una sopravveste aperta anteriormente fino ai piedi15. Oltre che a Bologna, il sonaglio per le meretrici era previsto a Firenze e a Mantova, mentre a Padova dovevano indossare un cappuccio rosso. In altre città queste erano le uniche donne a potersi vestire come volevano, nella speranza che ciò inducesse le donne per bene a rispettare scrupolosamente i divieti per potersi distinguere. Anche gli ebrei erano tenuti sotto controllo dalla legislazione: la normativa bolognese del 1474 li distingueva in due categorie, i banchieri e i loro famigliari da una parte e tutti gli altri dall’altra. Ma anche gli stessi capi delle comunità ebraiche si preoccupavano di agire sull’estetica degli ebrei con l’intenzione di contenere spese e lussi per non impoverire la comunità e per non causare tensioni tra la parte cristiana e quella ebrea. L’unica figura esente dai segni di riconoscimento era il medico “condotto”, cioè quello che esercitava con un contratto regolare e ufficiale, che poteva vestirsi come voleva. In genere il colore maggiormente riscontrato per distinguere gli emarginati è il giallo ma spesso per distinguerli si utilizzavano nastri, veli o si usava apporre alcuni simboli sugli abiti (come la “O” per gli ebrei). Questo sistema durerà a lungo come testimonia Hawthorne ne “La lettera scarlatta” che racconta, nell’Inghilterra puritana del Seicento, di una adultera a cui si impose una lettera rossa ricamata sul corsetto affinché tutti riconoscessero la sua colpa. L’evoluzione dell’abbigliamento dall’XI al XV secolo

Le fonti che forniscono il maggior numero di notizie sul guardaroba medievale, sono gli inventari notarili che hanno conosciuto una stagione di favore storiografico tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo, quando aumentò l’interesse per gli aspetti della vita quotidiana nel medioevo. La condizione della stesura di un inventario era che si possedesse qualche oggetto e che si potesse pagare il notaio: di certo fra i pochi beni dei meno abbienti c’era sempre qualche veste tra i beni dei più agiati una larga parte era costituita da capi di abbigliamento; il vestito era considerato infatti un bene di consumo durevole che non solo si utilizzava per anni, ma si lasciava poi in eredità. Di sicuro l’abito del ricco era scomodo, pesante e inadatto a qualsiasi tipo di attività; di contro l’abito da lavoro dei contadini era semplice e funzionale e l’indumento base che lo costituiva era il grembiule, segno distintivo del lavoro manuale e indumento sia maschile che femminile. In genere bianco, solo a volte colorato poteva essere di tessuto o di cuoio. Tunica (che copriva i fianchi per gli uomini e lunga fino alla caviglia per le donne), grembiule e mantello erano i tre pezzi principali dell’abbigliamento del contadino; la tunica a maniche lunghe era di lana o di lino; il mantello poteva essere di pelliccia, di cuoio o di panno pesante e poteva essere foderato o avere un cappuccio. Ai piedi la calzatura tipica era di cuoio, fissata sopra la caviglia oppure degli stivali che arrivavano fino a metà polpaccio, mentre in testa si usava portare cappucci uniti ai mantelli, cappelli di paglia, berretti o copricapi in tessuto. I colori più utilizzati per questi capi “poveri” erano quelli scuri e la tinta naturale della lana detta “non colore”; certo anche i contadini amavano, se era loro possibile, vestirsi nei giorni di festa con abiti colorati e ornati; certo non tutti i componenti della famiglia potevano permetterselo ma solo alcuni di loro e comunque, doveva essere loro permesso dalla disponibilità economica e dalla legge suntuaria che non mancava di ricordare anche gli abitanti del contado. Le vesti più importanti non duravano meno di 40-50 anni. A Milano, esiste sul vestire civile un importante bassorilievo databile verso la fine dell’XI secolo (secondo alcuni a inizio XII sec.), sul ciborio dell’altare di Sant’Ambrogio, che raffigura un cittadino e una cittadina in atto di offerenti: ladonna ha i capelli corti, una corona, una veste lunga fino ai piedi e molto larga, maniche larghissime caratteristiche del tempo, un piccolo cappuccio che copre la parte posteriore della testa mentre la fronte è fasciata di bende; l’uomo ha un cappello tondo, capelli corti, barba appuntita, indossa una tunica corta al ginocchio con maniche strette e calze aderenti alla gamba. La moda del secolo XI si caratterizza oltre che per l’ampiezza delle maniche nelle sopravvesti femminili, anche per l’uso di portare calzature a lunga punta e per l’uso della pelliccia. Durante il secolo XII la tunica femminile o maschile viene spesso chiamata cotta: per le donne di solito è con maniche che per eleganza si allargano smisuratamente verso il polso. Appare anche in questo secolo la gonnella, indumento sia maschile che femminile, che non differisce essenzialmente dalla cotta ma è usata come abito di maggior importanza. Il soprabito più importante resta sempre la pelliccia. Nelle pettinature maschili e femminili vi è una tendenza diversa fra i giovani, che preferiscono radersi, e gli anziani che portano volentieri la barba. Per le donne molto diffuso è il modo di pettinarsi con la scriminatura che parte dal mezzo della fronte e con i capelli sciolti (non era raro l’uso di tingersi i capelli. Di moda era completare l’acconciatura con le corone ma anche l’utilizzo di bianche bende che fasciavano il viso nascondendo i capelli. Scarse appaiono le notizie sulle calzature anche se sappiamo che già esistevano le calze solate raffigurate ad esempio in diverse immagini del codice cremonese del Martirologio di Alberto Diacono comunemente detto Cronaca di Adone. L’abbigliamento si completava poi con collane, anelli, fermagli, orecchini, guanti e spesso anche con il profumo con cui venivano profumate perfino le collane che venivano riposte in cassette contenenti piante e aromi odorosi. La bellezza veniva curata con mille astuzie e ne abbiamo testimonianza dalla raccolta di ricette di Trotula o Trota, figura femminile quasi leggendaria attribuibile al XII secolo: sabbiature, bagni con acqua di mare, ricette contro le rughe o per rendere la pelle bianchissima (qualità considerata capitale nei canoni di bellezza) e infusioni di ogni tipo, sono solo alcuni dei consigli contenuti in queste ricette, vero preludio dei moderni centri estetici. Distinguersi tramite l’abito era talmente importante che perfino la semplicissima veste del frate era caratterizzata da un particolare diverso da ordine ad ordine; genericamente si trattava di una foggia molto semplice, costituita da un tessuto povero e incolore nel rispetto della teoria secondo la quale ogni tintura è menzogna; i Domenicani portavano, ad esempio, una cintura di cuoio nero mentre i francescani la portavano di corda. Ma la forza di attrazione del modello laico e signorile si fece sentire anche nel semplice abbigliamento dei monaci tanto che verso la fine del medioevo comparvero sui loro abiti bottoni, nastri e orli di pelliccia. Naturalmente anche il clero secolare seguiva regole precise per l’abbigliamento: la veste clericale non era austera come per i monaci ma non doveva essere nemmeno lussuosa; le celebrazioni liturgiche prevedevano apposite vesti cariche di forti significati simbolici. L’abito tipico del clero era costituito da un mantello o tabarro nero che poteva essere di varie forme, una veste di drappo di lana foderata di lana più sottile, pellicce di agnello o coniglio per il freddo e calzature di cuoio di colore bruno o nero; i colori più utilizzati erano quelli scuri come il blu, il viola, il verde bruno e il nero. I vescovi vestivano più riccamente e a volte anche di scarlatto e portavano sul capo cappucci vermigli o violetti. I vescovi vestivano più riccamente e a volte anche di scarlatto e portavano sul capo cappucci vermigli o violetti. Anche nel caso del clero, come per la società civile, vigeva il criterio della gerarchia, il che significa che al papa spettava il massimo splendore, costituito da capi preziosissimi come il drappo d’oro gemmato utilizzato per le più solenni celebrazioni. Oltre al manto, insegna papale era il frigio, ossia il copricapo con la caratteristica forma ovata e appuntita in cima e le pantofole, allora propriamente dette sandalia . Fra Due e Trecento la moda delle vesti femminili era caratterizzata dall’aderenza e da un ricercato effetto di verticalità accentuato da lunghi strascichi e dalla forma affusolata dell’abito; le maniche seguono strettamente la forma del braccio abbandonando quello smisurato allargamento verso il polso che le faceva strascinare quasi a terra. Caratteristica dell’abbigliamento femminile e maschile è il colore diverso per le due metà dell’abito. Una novità per l’Italia, già in uso in Francia dall’XI secolo, rende possibile questa aderenza: l’utilizzo dei bottoni, detti pomelli o maspilli, che permettono di aprire la manica per infilarla e poi abbottonarla stretta. La tendenza all’attillatezza è naturalmente in contrasto con il desiderio di sfoggiare grandi quantità di stoffe per dimostrare la propria ricchezza e, per ovviare a questo inconveniente, si ricorre all’utilizzo di lunghi strascichi e alla sovrapposizione di diversi capi di vestiario. Nel Duecento la roba, ossia l’insieme degli indumenti, è costituita per le donne da tre vesti: la gonnella, la guarnacca (sopravveste più larga e aperta di fianco), il mantello o la pelle (spesso costituita da costose pellicce come il vaio). Resta ancora in uso l’utilizzo delle corone a completamento di acconciature semplici costituite dai capelli raccolti in un nodo sulla nuca o intrecciati e a volte inframmezzati da nastri. In ambito maschile non si riscontrano mu tamenti sostanziali rispetto all’abbigliamento dell’ XI secolo se non una maggiore ricchezza e varietà. Il Capitolare veneziano del 1219 riporta che nei primi anni del XII secolo l’abbigliamento maschile, così come quello femminile, comprendeva la gonnella, la guarnacca e la pelle. La tunica o gonnella è costituita abitualmente da tessuti ricchi: panno scarlatto, pannovermiglio, verde, azzurro o a righe (vergato) e più raramente di seta e spesso è foderata di vaio. Le affrappature (strisce o altre applicazioni di stoffa) e le strisce sono tra le guarnizioni più caratteristiche del medioevo. Sotto la tunica si portavano il farsetto e le brache, capo non sempre presente nel guardaroba e a volte compreso tra la biancheria. I braghieri, opera dei correggiai (lavoranti del cuoio) e non dei sarti, erano invece alte cinture di cuoio a cui si fissavano i panni da gamba. Sopra questi indumenti si indossavano i mantelli o le guarnacche e i guarnazzoni che si distinguevano 2per la presenza delle maniche e per la fodera di pelliccia. Calze e scarpe completano l’abbigliamento dell’uomo che in questo secolo si presenta con il viso rasato e con i capelli né lunghi né corti portando sulla fronte una frangetta. Pelliccione, guarnacca (mantello con le maniche), cotta, gonnella, camicia, pianelle più alcuni ornamenti, indossati insieme o separatamente costituivano nell’insieme il tipico abbigliamento trecentesco femminile. Sotto alla sopravveste si indossava la gonnella, una veste semplice per lo più sfoderata, indossata sopra la camicia. Il manto si usava lungo fino a terra, in tinta vivace ma unita, foderato di bande di seta in estate e di vaio o ermellino in inverno. L’effetto ricercato nel mantello era quello di donare grazia alla figura e per questo non doveva ricadere rigido. Nessuna novità rispetto al secolo precedente si riscontra nelle acconciature mentre una maggiore varietà si nota negli ornamenti: allacciature, asole, nastri, bordure, frange, intagli, lettere sparse sul vestito, catenelle, ecc. Un modesto ma significativo aumento si verifica anche nei capi che compongono la biancheria: ormai la camicia, forse più per pudore che per igiene, è diventata comune anche se non era ritenuta indispensabile in quanto riparava poco dal freddo ma era un indumento confortevole e salutare perché morbida e ripetutamente lavabile .Più diffuso sembra essere il lusso elle scarpe: potevano essere di seta, talvolta ricamate, o di pelle, arricchite con fibbie d’oro o d’argento. Un altro accessorio sempre più lussuoso è la cintura, d’oro, d’argento e con pietre preziose e ricchissime fibbie. Per completare la loro bellezza le donne utilizzano sempre più profumi, gioielli, spilloni, pectorelle (ornamenti per il petto), spaleri (per le spalle) e altre gioie. Un ornamento particolarmente usato in questo secolo furono i paternostri di gemme, perle e cristalli portati alla cintura o al collo divenuti così comuni da creare una specializzazione tra gli orafi (i paternostrieri). L’abbigliamento maschile subì invece dei grandi cambiamenti soprattutto tra i giovani che cominciano ad indossare sotto varie fogge di indumenti delle calze lunghe di panno, molto aderenti e colorate. Dunque per gli anziani vesti lunghe, cioè la gonnella lunga fino ai piedi e larga sotto la quale si portano farsetto, brache, alze e scarpe, mentre per i giovani giubbetto corto, ossia farsetto con attaccate lunghissime calze solate con tessuto resistente; la gonnella diventa così corta e stretta che pare si potesse indossare solo con l’aiuto altrui. Le scarpe di moda erano bianche con punte lunghissime talvolta rialzate a becco mentre gli accessori più importanti restavano le cinture, le fibbie e i guanti. L’ambiente di corte era il luogo primario di sfoggio fra XIV e XVI secolo nel quale ogni cortigiano si divertiva a ostentare per comunicare agli estranei la potenza della corte, ma anche per partecipare ad una sorta di identità di gruppo che la corte garantiva. Alle feste e durante i cortei sontuosi gli sprechi erano d’obbligo, in contrasto con parte del resto della società che non vedeva garantito nemmenol’essenziale, proprio per sottolineare appartenenze o esclusioni. Gli appartenenti alla corte si caratterizzavano spesso da colori precisi, emblemi e motti: il cane richiamava, ad esempio, la simbologia araldica di casa Gonzaga, la sedia pericolosa era l’insegna di casa d’Aragona che vestiva spesso di nero e così via. Questi simboli potevano essere ricamati, impressi o addirittura intessuti cioè comparire nel corpo stesso di stoffe pregiatissime. La seta e i broccati d’oro e d’argento presero a diffondersi dalla metà del XV secolo: è solo a Quattrocento inoltrato infatti che si impianta a Milano una produzione di panni serici. Delicata fantasia e spontanea naturalezza improntano il costume quattrocentesco conferendogli grande grazia e bellezza. I dipinti e i disegni di questo secolo (ad esempio quelli del Pisanello) testimoniano la leggerezza della figura femminile sottolineata dallo slancio del collo sottile, dalla fronte alta, dalla postura della figura e dalla linea delle vesti che seguono naturalmente la forma del corpo enfatizzata dalle grandi maniche e dal lungo strascico. L’indumento fondamentale del costume femminile resta la trecentesca gonnella. Mentre nel Trecento le maniche avevano svariate forme, ma erano in genere della stessa stoffa delle vesti, nel secolo successivo per le sopravvesti si diffonde l’uso di maniche di diverso tessuto e colore e delle più svariate fogge tra cui la moda del crevé (fessure che lasciavano intravedere o sbuffare il tessuto di colore diverso che stava sotto la manica) la manica infatti è quasi sempre staccata e congiunta alla veste mediante lacci finiti con puntali preziosi, detti aghetti o agugielli, che lasciano uscire tra l’uno e l’altro la camicia. La voga della manica staccata permette l’elegante bizzarria di maniche di colore diverso dal resto dell’abito, spesso di tessuto più ricco. Le guarnizioni sono di una ricchezza perfino eccessiva: liste, galloni, frange, frappe e i primi tentativi di merletti. Una sopravveste è la giornea, corrispettivo della guarnacca trecentesca, ma più ampia e aperta su un fianco in modo da fare ammirare le vesti sottostanti. Questo indumento è raffigurato da Vecellio nel libro “Habiti antichi et moderni di diverse . parti del mondo” nella tavola 51 dal titolo Habito antico di Venetia et altre città d’Italia.Anche il mantello segue la tradizione precedente, ampio e lungo fino a terra con una linea severa che contrasta con il nuovo indirizzo della moda, costituendo più un capo di necessità che di eleganza. La camicia di lino, ora di più largo uso, comincia ad ornarsi al collo di piccole strisce increspate, dette lattughe, o di collaretti staccati. Compare anche un altro capo di sottabito che avrà per secoli uno sviluppo impensato, la faldia, che per ora è una sottana con cerchi di stoppa o di cotone per tenere modestamente allargata la veste, ma che nei secoli successivi si svilupperà in una sottogonna molto complessa e ingombrante. Nel Quattrocento caratteristica della sobrietà, che è lo sfondo del gusto, vige l’uso di appendere al collo con un semplice cordoncino nero i gioielli da portare sul petto, o anche quello di collane a un solo filo, di corallo rosso o di onice nero con attaccati dei pendenti. Completa questa ricercata figura femminile l’acconciatura: all’inizio del secolo la massa dei capelli aderisce strettamente alla linea del capo e solo leggere ciocche lateralmente sono lasciate libere, oppure i capelli sono raccolti in trecce o sopraelevati sul capo e intrecciati con fili di perle. Acconciatura di tradizione italiana è il rotondo balzo intrecciato di nastri e molto colorato, ma il più caratteristico copricapo quattrocentesco rimane il corno alla francese dalla cui punta scende un velo che ne ammorbidisce la linea. Le scarpe ma soprattutto le borse non sono più fatte di cuoio già dal Trecento ma si preferisce la seta, secondo la moda che vedeva affermarsi rapidamente l’utilizzo di materiali più raffinati anche se meno resistenti; non bisogna dimenticare che in questo periodo possedere qualche braccio di tessuto prezioso corrispondeva ad avere un mucchietto di monete d’oro, era cioè una merce universale e facilmente convertibile. Il tono di squisita eleganza proprio del Quattrocento caratterizza anche la moda maschile dei giovani attraverso l’estrema attillatezza delle vesti aderenti al corpo e il fluttuare morbido delle sopravvesti, il volto accuratamente rasato, i capelli lunghi fino alle spalle quasi a donare un tono un poco femminile all’insieme della figura Si usa indossare il farsetto corto e attillato che, in qualche caso, grazie alla sua imbottitura, serviva a modificare a piacimento le forme del corpo. Le maniche ora sono molto larghe alla piegatura del braccio e poi più strette verso il polso, le calze sono divise e bicolori, spesso metà verdi e metà rosse. Tipica sopravveste è il mongino di panno, foderato di pelle, mentre sopra si indossa sempre il mantello con il caratteristico copricapo quattrocentesco, la berretta a forma di calotta. Complementi del vestiario maschile restano la camicia, i guanti (che ora si usano di camoscio) e la cintura oltre che anelli, medaglie, catene e, ancora più dei secoli precedenti, i profumi .Nel Cinquecento l’abito è già divenuto maestoso, diviso in due parti con un busto strettissimo a volte perfino rigido e una gonna ampia sostenuta dalla faldia (sottogonna) che la rendeva molto ingombrante. Questa maestosità, che stride con la moda dei secoli precedenti, è ancor più accentuata dall’uso di scarpe con tacchi alti fino a 50 centimetri che, dato il pericolo di rovinose cadute, costringevano chi le portava ad appoggiarsi ad una persona per lato. Anche in questo secolo l’eleganza degli uomini non è inferiore a quella delle donne e si afferma nell’uso di indossare colli candidi a strisce ondulate e inamidati (“lattughe”) secondo la moda spagnola di cui diventeranno il simbolo. Le scarpe rosse e i capelli posticci si usano molto, anche se, secondo i severi moralisti del tempo, rappresentava un un peccato di vanità così come sfoggiare vestiti con strascico o panni “frapati e rechamati”. La moda, come si sa, è da sempre in continua evoluzione e la predilezione per un tipo di tessuto o di colore rispetto ad un altro anche allora aveva immediate ripercussioni sul settore tessile; un diverso taglio di abiti che da lunghi e sciolti divennero corti e ampi nel primo Quattrocento costrinse i sarti a modificare le loro competenze professionali insieme ai farsettai, ai calzolai, ai calzaioli e a tutta l’industria dell’abbigliamento che velocemente doveva mutare modelli e tecniche di produzione per restare sul mercato. E questo fa dei settori tessile e dell’abbigliamento quelli più dinamici e avanzati del tempo
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Mar 10 Apr 2012-20:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ammazza che trattato! O_O

Interessanterrimo, magari me lo stampo e lo somministro ai miei cari compagni Sorriso
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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Mer 11 Apr 2012-12:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ser Marcus ha scritto:
Ammazza che trattato! O_O

Interessanterrimo, magari me lo stampo e lo somministro ai miei cari compagni Sorriso


Cinesino
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Gio 12 Apr 2012-23:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ok, appurato al 100%, la mia spadozza è troppo lunga e scomoda da portare in giro per gare, serve qualcosa di più maneggevole.
Idee?
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Mer 25 Apr 2012-22:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ostregaccia, che voi sappiate perché è così difficile trovare delle spade "normanne" ( ossia X-Xa, o XI-XII proprio al massimo ) che non siano più lunge di 90cm? O_o
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SlaineMacRoth
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MessaggioInviato: Gio 26 Apr 2012-11:25 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Pecché all'omo ci piace averla sempre più lunga Sorrisone

Scherzi a parte. Ricordiamoci una cosa

L'Italico medievale medio era in genere più basso di una 20ina di cm circa rispetto ad ora...

quando si fanno le proporzioni sui ritrovamenti bisogna tenerne conto ;-)
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ColdSteel
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MessaggioInviato: Gio 26 Apr 2012-13:05 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

krondak ha in catalogo delle spade da75cm totali
non so spossono fare al caso tuo
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Gio 26 Apr 2012-14:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Più che altro... sotto ad una certa misura iniziano a comparire solo i falcioni o gli scramasax, mi sa che sono un po' 'gnurantello io Linguaccia
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Ser Marcus
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MessaggioInviato: Dom 06 Mag 2012-20:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ok, ennesima domanda da ignorante e discente: quali essenza sono adatte per fabbricare un'anima da fodero, e quale spessore dovrebbero avere?
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