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Coltelleria Collini :: Guarda l'argomento - I luoghi del Vajont (parte I)
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I luoghi del Vajont (parte I)
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Autore Messaggio
LouisCypher
Forgiatore di Lame
Forgiatore di Lame


Registrato: Feb 18, 2004
Messaggi: 1743
Località: Varese

MessaggioInviato: Sab 14 Nov 2009-15:32 pm    Oggetto: I luoghi del Vajont (parte I) Rispondi con citazione

http://www.vajont.net/
http://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont


Il cimitero monumentale di Fortogna

La mattina del 10 ottobre 1963, di fronte alla spianata livida di fango lasciata dall'onda, ci si rende conto della necessità di individuare un'area dove seppellire le numerose Vittime. Il cimitero delle Vittime viene dunque collocato a 4 km a sud di Longarone, a Fortogna, frazione del comune non colpita dall'onda, su un campo di granoturco, consacrato, dove prontamente vengono scavate le fosse ove calare le bare mano a mano che le salme sarebbero arrivate sul posto.

Il cimitero originario contava 1464 croci, di cui solamente 700 avevano nome: la maggior parte delle Vittime infatti non è nemmeno stata riconosciuta.

L'attuale cimitero monumentale, inaugurato dopo la ristrutturazione il 19 giugno 2004, si presenta invece come un immenso giardino, un infinito prato verde, sul quale poggiano 1910 cippi marmorei bianchi, uno per ogni vittima della tragedia, a prescindere dal ritrovamento, dal riconoscimento o dal luogo di sepoltura: sono tutte Vittime di una stessa tragedia e vanno ricordate tutte allo stesso modo.

La ristrutturazione, oltre all'impegnativo intervento sul campo santo, ha visto anche la costruzione del portale di accesso, dalla particolare forma che richiama l'idea della diga, portatrice di morte; al piano terra è raccolta una serie di fotografie, che riepilogano la storia del cimitero stesso, mentre il piano superiore è una terrazza che si affaccia sul campo santo interno, mentre alle spalle del visitatore s'impongono 11 lastre di metallo dove, senza soluzione di continuità, sono riportati i nomi delle Vittime.

Il nuovo cimitero è inoltre impreziosito da un trittico scultoreo in marmo bianco di Carrara dello scultore bellunese Fiabane, inaugurato il 19 giugno 2005. Una prima statua ricorda gli Emigranti longaronesi, rientrati in patria alla notizia della tragedia; sono rappresentati da un uomo, con la valigia ancora tra le gambe, che sorregge con mani forti e provate dalla fatica del lavoro la donna esanime, che ha vissuto sulla propria pelle la tragedia. Una seconda opera ricorda poi i soccorritori: simbolo del grande legame che unisce ancor oggi i superstiti con quanti hanno dato loro sostegno in quel difficile momento. L'ultima scultura è dedicata ai 31 bambini mai nati: le mamme innalzano idealmente i loro piccoli verso il cielo, verso quella luce che non hanno potuto vedere prima.

Nel Cimitero delle Vittime del Vajont è sepolto anche il dott. Gianfranco Trevisan, deceduto durante l'alluvione del 1966: la sua sepoltura tra le Vittime del Vajont è stata voluta dagli stessi superstiti come ideale ringraziamento e devozione nei confronti dell'apprezzato medico di base della vecchia Longarone, che aveva instancabilmente prestato il proprio servizio anche nei momenti successivi alla disgrazia.

Una tomba, vicina alla cappella del Cimitero, contiene anche il corpo del Vescovo Giacchino Muccin, pastore della diocesi di Belluno-Feltre all'epoca della tragedia: indimenticabile fu la sua vicinanza alla popolazione colpita dopo il disastro e la sua sepoltura a Fortogna è la giusta risposta dei superstiti alla volontà testamentaria del Vescovo stesso.

Una sosta al Cimitero delle Vittime è senz'altro dovuta: le case si ricostruiscono, la vita riparte e piano piano anche il dolore della tragedia sbiadisce nella memoria, ma bisogna ricordare che ci sono ben 1910 vite che dal quella notte non sono più potute ripartire. Solo passeggiando in questo immenso giardino, circondati dagli innumerevoli cippi bianchi, si comprende quale sia stata la vera conseguenza dell'azione umana e si dà un significato in più alla visita ai Luoghi della Memoria del Vajont.

All'esterno del portale una stele di vetro accoglie i visitatori con una frase di monito, tradotta in 12 lingue: "prima il fragore dell'onda, poi il silenzio della morte, mai l'oblio della memoria".

(da http://www.prolocolongarone.it/longarone/cose-da-vedere/96-cimitero-delle-vittime-a-fortogna.html )

All'entrata:




Nella cappella. Sulle targhe, i nomi delle vittime raggruppate per nuclei familiari, insieme ad alcune immagini scattate appena dopo la tragedia:


La scultura di Fiabane:






All'uscita:

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"Non pretendo di essere stato un grande uomo. Eppure, se io non fossi nato...tante cose sarebbero diverse... Migliori? Non penso" R.Hobb - L'apprendista Assassino

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