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Coltelleria Collini :: Guarda l'argomento - Chris Reeve Green Beret, hard test
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strydog
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-9:22 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Come sempre molto scientifico Templar, e lo dico senza ironia. Ma ripeto la domanda (un parere in più fa sempre piacere) pensi che nell'uso pratico siano rilevabili differenze? Ovviamente riferite ai materiali, non all'ergonomia-peso-bilanciatura-geometria della lama
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DonPav
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-13:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

se condo me in un uso "normale" il 99.99% di appasioinati di coltelli non distinguerebbe un c70 da un super mega inox da polveri realizzato in un laboradorio NASA Sorriso
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zatoichi
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-13:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

DonPav ha scritto:
se condo me in un uso "normale" il 99.99% di appasioinati di coltelli non distinguerebbe un c70 da un super mega inox da polveri realizzato in un laboradorio NASA Sorriso

Ti dirò di più..se il coltelli si giudicano tagliando foglietti di carta o cartoncino non serve neanche temprarli (il prototipo del mio che avete visto a novegro non era temprato e tagliava come una bestia Sorriso )
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MiFo
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-14:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

DonPav ha scritto:
se condo me in un uso "normale" il 99.99% di appasioinati di coltelli non distinguerebbe un c70 da un super mega inox da polveri realizzato in un laboradorio NASA Sorriso

Perché tra me e me ieri, intanto che leggevo il topic, pensavo praticamente la stessa cosa? :joy: :-D
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Il fu Moderatore Permaloso
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strydog
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-15:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Meno male che qualcuno l'ha detto...

Adesso ci sarà un'impennata nelle vendite degli spettrometri di massa Sorriso
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MiFo
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-15:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

strydog ha scritto:
Meno male che qualcuno l'ha detto...

Adesso ci sarà un'impennata nelle vendite degli spettrometri di massa Sorriso

Di' un po'...che fai, mi rubi il mestiere? Linguaccia Sorrisone
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Il fu Moderatore Permaloso
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katsumoto
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-16:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

È tutta la vita che sogno di avere un GC/SM
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MiFo
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-16:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

:joy: Non dirmi che anche tu...?

(Scusate l'OffTopic)
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Ultima modifica di MiFo il Sab 29 Nov 2008-15:42 pm, modificato 1 volta in totale
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katsumoto
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-16:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io sono solamente malato di polizieschi scientifici e di tutto ciò che riguarda le indagini forensi
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Xibal
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-17:15 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

strydog ha scritto:
Come sempre molto scientifico Templar, e lo dico senza ironia. Ma ripeto la domanda (un parere in più fa sempre piacere) pensi che nell'uso pratico siano rilevabili differenze? Ovviamente riferite ai materiali, non all'ergonomia-peso-bilanciatura-geometria della lama


Se parli di uso pratico non puoi riferirti solo ai materiali, ma anche a come siano stati lavorati in finale.
Nel caso specifico è probabile, per non dire certo, che la laminazione offra doti meccaniche superiori rispetto ad un altra lavorazione che tenda, tempra come dio comanda a parte, a sfruttare le mere qualità intrinseche del materiale in questione.

Io trovo suddetti test molto utili per il semplice fatto che esistano e siano consultabili, poi ognuno farà le sue valutazioni in sede di scelta.
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strydog
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-17:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ok, visto che bisogna fare i disegnini per spiegare le cose, riformulo la domanda in altra maniera:

IPOTIZZIAMO di fabbricare quattro coltelli:

Uno in S30V temprato dal padreterno in persona
Uno in laminato 420-VG10 temprato da efesto in persona
Uno in "volgarissimo" 440 temprato da mastro stefanotrentini in persona.
Uno in volgarissimo 440 temprato dalla fox


Esattamente identici, stessi spessori, stessi biselli, stessa impugnatura, stesse geometrie. Togliamo qualsiasi tipo di marchio o logo che permetta di distinguerli.

Quanti pensano di riuscire a notare apprezzabili differenze?
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pharadin
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-17:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

io no di certo
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zatoichi
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-17:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

strydog ha scritto:
Ok, visto che bisogna fare i disegnini per spiegare le cose, riformulo la domanda in altra maniera:

IPOTIZZIAMO di fabbricare quattro coltelli:

Uno in S30V temprato dal padreterno in persona
Uno in laminato 420-VG10 temprato da efesto in persona
Uno in "volgarissimo" 440 temprato da mastro stefanotrentini in persona.
Uno in volgarissimo 440 temprato dalla fox


Esattamente identici, stessi spessori, stessi biselli, stessa impugnatura, stesse geometrie. Togliamo qualsiasi tipo di marchio o logo che permetta di distinguerli.

Quanti pensano di riuscire a notare apprezzabili differenze?


be'..tra un industriale e un artigianale di qualità sì..da prove fatte,sulla stessa corda,un artigianale ha fatto 680 tagli..un industriale 70...
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Xibal
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-18:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

strydog ha scritto:
Ok, visto che bisogna fare i disegnini per spiegare le cose, riformulo la domanda in altra maniera:

IPOTIZZIAMO di fabbricare quattro coltelli:

Uno in S30V temprato dal padreterno in persona
Uno in laminato 420-VG10 temprato da efesto in persona
Uno in "volgarissimo" 440 temprato da mastro stefanotrentini in persona.
Uno in volgarissimo 440 temprato dalla fox


Esattamente identici, stessi spessori, stessi biselli, stessa impugnatura, stesse geometrie. Togliamo qualsiasi tipo di marchio o logo che permetta di distinguerli.

Quanti pensano di riuscire a notare apprezzabili differenze?


Scusa ma le differenze le dovremmo notare solo guardandoli?
E' chiaro che si debba utilizzarli, ma se l'utilizzo prevede di tagliarci pezzi di cartoncino allora ci credo che non vedremmo differenze.
Invece con un utilizzo più specifico si vedrebbero sicuramente, già solo nella differente riaffilabilità, nella frequenza del chipping(a quanto lo tempriamo?quale prevalenza di struttura vogliamo fargli assumere?tempra selettiva o no?ecc...), nella resilienza, nella durevolezza in punta(stesse geometrie, ma appunto tempre e lavorazioni diverse danno risultati diversi, materiale a parte).

Certo, se è un discorso di collezionismo o di utilizzo per aprire pacchi o tagliarci bottiglie d'acqua da mandare su youtube, allora è chiaro che anche con un pezzo di metallo con un accenno di bisellatura non vedremmo differenze, ma in altri casi perchè no?
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strydog
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-18:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

zatoichi ha scritto:

be'..tra un industriale e un artigianale di qualità sì..da prove fatte,sulla stessa corda,un artigianale ha fatto 680 tagli..un industriale 70...


Zato basta franzin dai Linguaccia
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zatoichi
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-18:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

non era un Franzin..Franzin ha passato i 700 con il suo D2 Sorriso
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Riddick
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-18:16 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

[quote="zatoichi"]non era un Franzin..Franzin ha passato i 700 con il suo D2 Sorriso[/quote
E chi era l'artigiano?
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Templar
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-19:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La differenza tra S30V e VG10 (sopratutto se laminato) è molto piccola e direi che è abbastanza difficile notarla.

Ovviamente, come scritto, il trattamento termico ha grande importanza ma alla fine S30V e VG10 non sono molto differenti.

Anzi, l'S30V a 59-60 Hrc ha mostrato in alcuni casi problemi di chipping (nonostante il trataento termico fosse bene eseguito) ma se lo utilizzasimo per tagliare solo corde o carta la differenza con il VG10 si vedrebbe, anche se non sarebbe enorme (in realtà non basta tempralo a 59-60 Hrc, ma il discorso diventerebbe lungo).


C'è anche a dire che a volte la differenza tra due acciai è difficile da vedere anche perchè poi influiscono altri fattori, oltre all'aciaio e al trattamento termico, sul'efficenza e robustezza di una lama.

La dfferenza tra un C70 e un super mega inox la vedi subito, perchè il primo tenderà ad ossidarsi, il secondo no Sorriso .


Ciao.
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DonPav
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-19:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

dai templar apparte la ruggine...
quello che intendevo dire è che dovremmo farci un esamino di coscenza e vedere cosa realisticamente parlando facciamo con un coltello...
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aristomede
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-20:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Caro Strydog
ti ringrazio per la precisazione del laminato ma ti assicuro che è stato solo un errore di scrittura, in quanto conoscevo la natura di quell'acciao (avendo visti i test ! :joy: )
Ti ringrazio anche perchè sei molto attento ad illuminare tutti noi con i tuoi famosi disegnini. Ma Veniamo a Noi.

Io compro e colleziono coltelli perchè mi piace scegliere il materiale maggiormente performante, questo è il mio spirito di consumatore di lame, quindi partendo da questo presupposto è ovvio che sono attento alle prestazione reali di un coltello, se invece i miei acquisti non fossere spinti da questo piacere edonistico ti assicuro che mai spenderei 150 per un pezzo di acciao.

Sulla questione di robustezza il Reeve ha evidentemente e oggettivamente fatto una figura mediocre confrontato con il fallkniven, inoltre anche sulla tenuta del filo il FAllkniven si è rilevato maggiormente effeciente e anche sulla robustezza della punta ...mi dici perchè non dovrei ritenerlo più efficiente?!
da questi test esce fuori che un acciaio laminato è più resistente di un S 30

per Templar.
non ho provato a cronometrare nei tempi i due coltelli durante la prove di chopping e altre .sarebbe interessante capire chi dei due prevale (credo come geometrie e pesi siamo la)
questa prova di solito la fai tu?!
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Xibal
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-21:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

aristomede ha scritto:

da questi test esce fuori che un acciaio laminato è più resistente di un S 30


Per quel che mi riguarda, assolutamente no.
Cerchiamo di essere precisi, da questi test emerge che il coltello Fallkniven in prova risulti più performante e resistente a certe sollecitazioni rispetto al Reeve.
E' una prova condotta su due prodotti finiti, lavorati in modo particolare, con geometrie, spessori e criteri costruttivi differenti, non una prova sulle peculiarità di due materiali, attenzione.
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pharadin
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-21:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Xibal ha scritto:
aristomede ha scritto:

da questi test esce fuori che un acciaio laminato è più resistente di un S 30


Per quel che mi riguarda, assolutamente no.
Cerchiamo di essere precisi, da questi test emerge che il coltello Fallkniven in prova risulti più performante e resistente a certe sollecitazioni rispetto al Reeve.
E' una prova condotta su due prodotti finiti, lavorati in modo particolare, con geometrie, spessori e criteri costruttivi differenti, non una prova sulle peculiarità di due materiali, attenzione.

ciò che dici è sensato Cinesino
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aristomede
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MessaggioInviato: Mer 02 Apr 2008-23:33 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Xibal ha scritto:
aristomede ha scritto:

da questi test esce fuori che un acciaio laminato è più resistente di un S 30


Per quel che mi riguarda, assolutamente no.
Cerchiamo di essere precisi, da questi test emerge che il coltello Fallkniven in prova risulti più performante e resistente a certe sollecitazioni rispetto al Reeve.
E' una prova condotta su due prodotti finiti, lavorati in modo particolare, con geometrie, spessori e criteri costruttivi differenti, non una prova sulle peculiarità di due materiali, attenzione.


Preciso meglio la mia definizione, concordo con te sul confronto dei materilai non omogeneo in quanto gli spessori, valori di tempra sono diversi
ma la mia osservazione nasceva da un dato sottolineato da Templar che il Vg.10 ha caratteristiche leggermente inferiori rispetto al S30. Però combinandolo con il 420 j con la laminazione aumenta le sue caratteristiche meccaniche
Quindi apprezzo questo tipo di lavarozioni e in questo caso lo preferisco ad un coltello in S30
Ovviamente i risultati del test....mi hanno stupito.non poco
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strydog
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MessaggioInviato: Gio 03 Apr 2008-9:42 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Si ma non hai risposto alla mia domanda...

Perchè a questo punto potrebbero benissimo rifilarti una lama in 420 dicendoti che è S30, ed il tuo spirito collezionistico sarebbe appagato.

Pensi che noteresti la differenza nell'uso pratico?
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Xibal
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MessaggioInviato: Gio 03 Apr 2008-13:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

aristomede ha scritto:
Xibal ha scritto:
aristomede ha scritto:

da questi test esce fuori che un acciaio laminato è più resistente di un S 30


Per quel che mi riguarda, assolutamente no.
Cerchiamo di essere precisi, da questi test emerge che il coltello Fallkniven in prova risulti più performante e resistente a certe sollecitazioni rispetto al Reeve.
E' una prova condotta su due prodotti finiti, lavorati in modo particolare, con geometrie, spessori e criteri costruttivi differenti, non una prova sulle peculiarità di due materiali, attenzione.


Preciso meglio la mia definizione, concordo con te sul confronto dei materilai non omogeneo in quanto gli spessori, valori di tempra sono diversi
ma la mia osservazione nasceva da un dato sottolineato da Templar che il Vg.10 ha caratteristiche leggermente inferiori rispetto al S30. Però combinandolo con il 420 j con la laminazione aumenta le sue caratteristiche meccaniche
Quindi apprezzo questo tipo di lavarozioni e in questo caso lo preferisco ad un coltello in S30
Ovviamente i risultati del test....mi hanno stupito.non poco


Ma proprio in virtù di quel che dici, non possiamo sapere se un S30 laminato non presenti caratteristiche superiori, e ancora una volta dire "un S30 laminato" sarebbe scorretto, perchè bisognerebbe vedere su quale prodotto e con quale lavorazione venga adottato tale materiale, anche considerando il fatto non indifferente che le prove siano altamente empiriche.

Per me possiamo solo dire che tra i due coltelli uno si sia comportato meglio
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Giolli Joker
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MessaggioInviato: Gio 03 Apr 2008-13:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nota:
laminato è un qualsiasi prodotto metallico ottenuto con il procedimento della laminazione (come probabilmente tutte le barre di partenza da cui vengono costruiti industrialmente o per stock removal i coltelli); se intendete una lama con costruzione stratificata tipo san-mai, specificatelo, grazie.
il mio animo da Ing. meccanico è stato tratto in confusione dal vostro parlare di acciai laminati. Sorriso
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Xibal
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MessaggioInviato: Gio 03 Apr 2008-15:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Effettivamente c'è un po' di confusione nelle descrizioni, perchè spesso nei coltelli Fallkniven si parla di laminati e di san mai come se fossero la stessa cosa, a volte con diciture come "laminato a tre strati".

Nel nostro caso credo che si parli di san mai, o almeno io a questo mi riferivo...
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aristomede
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MessaggioInviato: Gio 03 Apr 2008-17:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

si io intendevo SAN Mai

per Strydog
effettivamente se mi rifilano una lama in 420 piuttosto che in s30 non posso notare la differenza se non li utilizzo....
ma per due acciai con prestazioni simili ...con l'utilizzo che andrei a fare probabilmente non noterii la differenza, ed è per questo che mi piacciono quei test, che con tutti i loro limiti, portano al massimo l'utilizzo.

anche se alcune caratteristiche saltano subito all'occhio:
facilità di riaffilatura
tenuta del filo
presenza di chpping
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FANTONI
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-17:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho visto la prova di piegatura sul coltello Green Berret di Chris Reeve fatto da knifetest. E’ un test assolutamente empirico e privo di senso. Si possono fare delle prove di piegatura (Fatigue Strenght and or Reverse Bending Strenght) fino alla rottura ma bisogna seguire delle norme ben precise sia per la dimensione che per le caratteristiche meccaniche dei provini oltre che per i criteri di prova. La letteratura poi dice che la frattura si può verificare molto casualmente. In sostanza si rompe subito o quasi o dopo una serie di tentativi di piegatura. Lascio a chi legge fare delle considerazioni sull’argomento.

Nessuna acciaieria conduce prove di resilienza (rottura per urto) su acciai inossidabile martensitico destinati al taglio. Ho chiesto tempo addietro alla Sandvik , nota acciaieria svedese, se mi poteva fornire dei dati di resilienza. Mi è stato risposto che queste prove non le fanno e neppure vogliono farle perché non hanno alcun valore. Immaginate quali e quante potrebbero essere, tutte condizionate dai valori di durezza e di austenite residua. In sostanza per ogni durezza e valore di austenite residua (la struttura che incrementa la tenacità dell'acciaio ndr) dovrebbero essere stabiliti dei criteri di prova in funzione anche del modo con cui l’acciaio è stato elaborato.

Alcuni anni fa la Gerber aveva chiesto alla Fantoni Srl di fornire informazioni sulla resistenza a basse temperature di alcuni coltelli che stava producendo per loro. L’acciaieria ci invitava a temperare il materiale secondo specifica e che dopo il primo rinvenimento si doveva raffreddare i coltelli a - 70°C. Cosa molto logica dal momento che dovevano essere destinati a reparti operanti in Alaska a temperature di – 50°C. In sostanza si voleva evitare la fragilità a basse temperature.

Tuttavia la sola Crucible, per quanto mi è dato di sapere, ha condotto questa prova allo scopo di dimostrare che a parità di durezza il CPM S 30 V garantisce una tenacità 4 volte superiore all'acciaio 440 C. C'è solo una possibile strada da seguire per garantire ciò che l'esecutore della prova pretendeva: ispessire la lama oppure ridurre la durezza a scapito certamente della durata del filo tagliente.

Credo poi si possa affermare che non esiste nessuna lama in grado di essere tanto tagliente quanto quelle realizzate in CPM S 30 V, salvo che non si utilizzi acciai con maggiori contenuti di carbonio e di lega. E ciò a scapito della tenacità. I materiali sandwich potrebbero essere un giusto compromesso ma molto, molto costoso.

Vorrei dire infine che la Fantoni produce su specifiche di Chris stesso due coltelli destinati ad un cliente americano. L’esperienze maturate ci portano ad affermare che non abbiamo mai visto qualcuno che produca con l’accuratezza, la precisione e la competenza di Chris Reeve. E’ veramente un maestro che abbiamo avuto il piacere d’ospitare e che ci ha ospitato in Boise per la messa a punto del progetto di collaborazione. Mi auguro che questo intervento non venga considerato come un gesto di piaggeria.
Chris ha collaborato strettamente con la Crucible per la messa a punto dell'acciao CPM S 30 V.
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Xibal
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-17:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

FANTONI ha scritto:
Ho visto la prova di piegatura sul coltello Green Berret di Chris Reeve fatto da knifetest. E’ un test assolutamente empirico


Anche l'uso di un coltello lo è Sorriso
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FANTONI
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-17:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sono d'accordo ma una prova deve essere fatta su basi scientifiche e non a caso, altrimenti non si avranno mai dei riferimenti precisi e soprattutto confrontabili.
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-17:34 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mah, il fatto che il CPM S30V abbia una resilienza di 4 volte superiore al 440C (a parità di durezza) è da vedere.

A quanto ne so la resilienza, misurata con test Charpy C notch, del CPM S30V si attesta sui 30 J circa, mentre il 440C è sui 24 J e il CPM S60V sui 26 J (valori a 58 Hrc, presi dal sito crucible).

Per quanto riguarda al tenuta del filo del CPM S30V vi sono molti acciai che hanno una tenuta del flo superiore e una tenacità superiore.

IL K360 ad esempio o l'YXR7 o l'US 2000, il CPOH, il K340, Koncor, e la lista potrebbe essere più lunga.

I questo caso ho citato acciai da utensili per lavorazioni a freddo che pur non essendo inossidabili martensitici vantano comunque una resistenza a corrosione e osidazione paragonabile a quella di un seminossidabile come il D2.

Se volessimo parlare di inossidabili martensitci veri e propri effettivamente la lista sarebbe corta (ma ovviamente io non conosco certo tutti i prodotti di tutte le acciaierie) ma alcuni acciai papabili potrebbero essere RN15X o rimanendo in casa Crucible il CPM 154 CM.

Tra l'altro bisogna distinguere bene la tenuta del filo nei lavori ad impatto (tipo chopping) o nei lavori di taglio per strisciamento (taglio di fini, carne, intaglio del legno, ecc).
I fattori che influenzano la tenuta del filo nelle due tipologie di lavori infatti sono diverse.

Il famoso chipping ad esmpio si manifesta in particolar modo nei lavori di taglio ad impatto o eventualmente nel tagli per strisciamento di materiali molto duri (fil di ferro ad esempio).


Detto questo io stesso ritengo (come ho già scritto) i test in questione poco significativi anche se molto coreografici e i coltelli di Chris Reeve sono sicuramente ottimi coltelli curati nei dettagli (sebbene poi siano passibili di certe critiche, come qualsiasi coltello del resto).

Per quanto riguarda il raffreddamento di certe lame a -70°C penso fosse dovuto al fatto che gli acciai fortemente legati quali gli acciai inossidabili martensitici mantengono elevat quantità di austenite residua dopo lo spegnimento e tale austenite si può eliminare solamente tramite opportuno rinveninmento multiplo a temperature di indurimento secondario oppure tramite sottoraffreddamento (o trattamento criogenico).

Isomma, il sotorrafreddamento a -70°C penso dovesse proprio servire trasformare in martesnite l'austenite residua e ad aumentare la resitenza all'usura (infatti il sottoraffreddamento permette la precipitazione di carburi secondari molto duri e fini, oltre a migliorare leggermente la distirbuzione atomica e ad affinare il grano).

Non penso che portando una lama a basse T questa migliori la sua tenacità alla basse T (o per meglio dire abassi la T di trasizione duttile-fragile).

Ciao.
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Xibal
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-17:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

FANTONI ha scritto:
Sono d'accordo ma una prova deve essere fatta su basi scientifiche e non a caso, altrimenti non si avranno mai dei riferimenti precisi e soprattutto confrontabili.


In effetti la mia voleva essere solo una battuta, sono d'accordo con te sull'affidabilità di queste prove, anche se le trovo comunque interessanti.
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FANTONI
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-18:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ci sono vari tipi di provetta che vengono impiegate per le prove di resilienza. Ho fatto delle prove seppure empiriche che in quanto tali non hanno senso. Tuttavia a parità di durezza, ma non ho misurato l'austenite residua, ho constatato che il 440 C sottoposto a sforzo si spezza molto più facilmente del CPM S 30 V.
La macchina che prova la durata del filo tagliente è la Catra (a scorrimento). Ho provato diversi materiali. Il CPM S 30 V ha tagliato il 40% in più del 154 CM.
Ho avuto risultati molto buoni con l'acciaio 440B modificato (modificato significa che il Mo è all'1,2%) che comunque ha un rendimento inferiore al 154 CM DEL 7% circa.
Lo spegnimento a - 70°C non aveva lo scopo di ridurre l'austenite residua anche se a questa temperatura ci sono delle riduzioni, ma quello di evitare che si creassero tensioni dal momento che il coltello poteva lavorare a meno -50°C.
L'acciaio inossidabile che abbiamo usato per questi coltelli non aveva carburi primari ma solo secondari pure in presenza di un valore di Carbonio pari a 0.52%. E' una grande scoperta della Sandvik.
Forse mi sono espresso male. Certamente anche i coltelli di Chris Reeve sono passibili di critiche ma per quello che ci è stato dato di vedere e provare, le critiche sono molto meno frequenti rispetto a coltelli di altre marche.
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Templar
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-18:51 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Per la tenuta del filo e tenacità mi riferivo al CPM 154CM e non al "semplice 154 CM (sempre della Crucible).

A quanto pare il processo di sinterizzazione ha giovato molto a tale acciaio (almeno stando a il pdf Crucible).

Anche i risultati del test CATRA comunque sono soggetti amolte variabili. Difatti, per gli acciai presi in esame, temperatura di austenizzazione e rinvenimento (e umero di rinvenimenti) varia la quantità di austeite residua e di carburi secondari e la quantità di cromo lbero, a parità di durezza (fattori che influenzano signifiatvamente la tenuta del filo e la facilità di riaffilatura).

La presenza di soli carburi secondari su un inossdabile martensitco è interessante (anche se efftivamente con lo 0,52% di C non è difficile da immaginare, nonostante gli elementi di lega possano spostare i campi di esistenza di ferro gamma e alfa in modo che il punto S vada al di sotto dello 0,5% di C) ma ovviamente non sempre si può sfruttare la completa precipitazione di quest'ultimi ottenedo durezze elevate.

L'austenite residua è si utile per migliorare la tenacità dell'acciaio ma personalemnte rtengo sia meglio rinvenire nella zona di indurimento secondario possibilmente nel picco o dopo il picco). In questo modo la matrice è di tipo ferritico (e non martensitico) e si 0può variare la durezza (entro certi limiti, a seconda dell'acciaio e della T di austenizzazione) al vraire della t di rinvenimento (ovvero al variare della dimensione dei carburi secondari).

E' difatti interessante notare come così facendo si possono mantenere valori di resilienza molto buoni (variabili comunque sia in base all'aciaio preso in esame sia alla sua durezza) unitamente a migliori valori di tenuta del filo.

Quest'ultimo parametro infatti migliora perchè diminuisce la quantità di Cr libero e viene trasformata tutta l'austenite residua.

Quello che voglio dire insoma è che personalmente ritengo sia meglio eseguire questo tipo di trattamento, quando possibile, anzichè mantenere elevati tenori di austenite residua.

Per uanto riguarda il sottoraffredamento a -70°C è verissimo che le tensioni interne diminuiscono (come già scritto si ha una parziale ridistribuzione atomica con conseguente addensamento della struttura) ma non vengono totalmente eliminate (anche perchè il sottoraffredamento porta alla formazione di nuova martensite TCC, insatbile e molto fragile, a discapito dell'austenite).

Con questo non voglio certo mettere in dubbio le vostre tecniche (non ho le conoscenze adatte) ma mi sembra ci siano interesanti punti di discussione.

Salve.
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aristomede
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MessaggioInviato: Mar 29 Apr 2008-23:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

l'intervento diretto di un' azienda produttrice di coltelli come la FANTONI, mi fa molto piacere e credo sia un passo avanti per tutto gli appassionati.
Questo è il modo di confrontarsi correttamente con il mercato,
parlare con i consumatori comprendere i proprio bisogni,
compredere che il mercato di riferimento è specializzato e esigente (TEMPLAR, ha rappresentato in maniera eccellente tutti noi)
spero inoltre che il rappresentante della FANTONI possa seguire il forum con continuità.

Ps.
Senza quei test...probabilmente nessuno avrebbe sentito l'esigenza di spiegare gli errori fatti e credo che alle aziende produttrici, che hanno visto i loro coltelli esaminati gli sia venuta la voglia di testarli in primis in termini meno empirici
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aristomede
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MessaggioInviato: Mer 30 Apr 2008-0:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

aristomede ha scritto:
l'intervento diretto di un' azienda produttrice di coltelli come la FANTONI, mi fa molto piacere e credo sia un passo avanti per tutto gli appassionati.
Questo è il modo di confrontarsi correttamente con il mercato,
parlare con i consumatori comprendere i proprio bisogni,
compredere che il mercato di riferimento è specializzato e esigente (TEMPLAR, ha rappresentato in maniera eccellente tutti noi)
spero inoltre che iFANTONI possa seguire il forum con continuità.

Ps.
Senza quei test...probabilmente nessuno avrebbe sentito l'esigenza di spiegare gli errori fatti e credo che alle aziende produttrici, che hanno visto i loro coltelli esaminati gli sia venuta la voglia di testarli in primis in termini meno empirici


Come spunto interessante invito FANTONI a visitare questo sito fatto da appassionati al fine di arrichirlo con la propria esperienza, produzione e informazione..e formazione solo così si può battere una concorrezza poco specializzata e soprattutto attenta solo alle scritte sulle lame.. Cinesino
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FANTONI
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MessaggioInviato: Mer 30 Apr 2008-9:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ad Aristomede desidero dire che continuerò a leggere i messaggi. Nel limite del tempo disponibile cercherò di dialogare.
A Templar è mio dovere precisare che si tratta del CPM 154 CM.
Ci sono vari fattori che influenzano la durata del filo tagliente e credo che sia intuitivo. Importante è rispettare le specifiche di trattamento termico per essere in grado di fare dei raffronti sulla base di condizioni ottime e standard per ogni tipo d'acciaio esaminato. Altro punto importante è il modo con cui si fa l'affilatura: angolatura e rugosità della stessa. Rokstead da il filo lucido e questo sarebbe il massimo. Non ho mai fatto delle prove con un filo in tale condizione. E'intuitivo che la durata dello stesso viene incrementata in modo significativo.
La Sandvik garantisce anche, e noi l'abbiamo controllato, l'assenza di carburi primari anche per un acciaio martensitico avente lo O,68% di carbonio. Sappi comunque che superato lo 0,50% è difficile trovare acciai senza carburi primari. Un buon trattamento termico elimina o quantomeno riduce al minimo la presenza dii carburi secondari, questo secondo la mia esperienza. Ciao a tutti
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MessaggioInviato: Mer 30 Apr 2008-12:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

FANTONI ha scritto:
Ad Aristomede desidero dire che continuerò a leggere i messaggi. Nel limite del tempo disponibile cercherò di dialogare.
A Templar è mio dovere precisare che si tratta del CPM 154 CM.
Ci sono vari fattori che influenzano la durata del filo tagliente e credo che sia intuitivo. Importante è rispettare le specifiche di trattamento termico per essere in grado di fare dei raffronti sulla base di condizioni ottime e standard per ogni tipo d'acciaio esaminato. Altro punto importante è il modo con cui si fa l'affilatura: angolatura e rugosità della stessa. Rokstead da il filo lucido e questo sarebbe il massimo. Non ho mai fatto delle prove con un filo in tale condizione. E'intuitivo che la durata dello stesso viene incrementata in modo significativo.
La Sandvik garantisce anche, e noi l'abbiamo controllato, l'assenza di carburi primari anche per un acciaio martensitico avente lo O,68% di carbonio. Sappi comunque che superato lo 0,50% è difficile trovare acciai senza carburi primari. Un buon trattamento termico elimina o quantomeno riduce al minimo la presenza dii carburi secondari, questo secondo la mia esperienza. Ciao a tutti


Uhm, interessanti allora i risultati del test Catra. Come scritto dal pdf della Cricible pare che il tratamento di siterizzazione porti grandissimi benefici al 154 CM. Evidentemente esagerano un po' (o forse ho interpetato male i garfici).

Scicuramente i fattori che influenzano la tenuta del filo sono molteplici. Quantità di cromo libero, natura, dimensioni, quantità e omogeneità della distribuzione dei carburi (primari e secondari), quantità di austenite residua, tipo di matrice (martesitica o ferritica), dimensione del grano, angolo di affilatura e finitura del filo.

Per questo è molto importante valutare tutti questi fattori, molti dei quali variabili con adeguato trattamento termico, soprattutto quando si devono confrontare acciai abbastanza simili.

Sicuramente trovare acciai altolegati senza carburi primari è molto difficile, per i motivi scritti precendentemente. Anzi, alcuni acciai (D2, D3 e penso anche M2) hanno persino carburi primari di tipo ledeburitco.

Sicuramente utilizzando le più alte temperature di austenizzazione ammissimibi (per un determinato acciaio) sarà magiore la quantità di elementi di lega che entreranno in soluzione, diminuendo quindi la quantità di carburi presenti.

Così facendo però aumenta la quantità di austenite residua dopo lo spegnimento (perchè si abassano i limiti Ms e Mf) e può diminuire anche la durezza finale (dopo lo spegnimento). proprio per l'aumento dell'austenite residua e la diminzione dei carburi (l'andamento della durezza dopo lo spgnimento in funzione della T di austenizzazione ovviamente non è lineare ma segue una curva, a parità di lliquido di spegnimento ovviamente).

Insomma, non sempre diminuire la quantità di carburi (primari e secondari) è buona cosa. Tutto dipende dalle caratteristiche che si vogliono privilegiare (e anche dai costi).

Tra l'altro alcuni carburi (come quelli di vanadio) aiutano, all'austenizzazione, a matenere un grano fine (ma ovviamente maggiore sarà la T di austenizzazione maggiore saranno le dimensioni del grano, proprio perchè la "ragnatela" di arburi di V a bordo grano diventerà via via più sottile).

Questo per spiegare che le variabili sono molte e non esiste un trattamento migliore in assoluto ma solamente il migliore per quello che si vuole ottenere.

Salve.
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MessaggioInviato: Mer 30 Apr 2008-13:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

aristomede ha scritto:
aristomede ha scritto:
l'intervento diretto di un' azienda produttrice di coltelli come la FANTONI, mi fa molto piacere e credo sia un passo avanti per tutto gli appassionati.
Questo è il modo di confrontarsi correttamente con il mercato,
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spero inoltre che iFANTONI possa seguire il forum con continuità.

Ps.
Senza quei test...probabilmente nessuno avrebbe sentito l'esigenza di spiegare gli errori fatti e credo che alle aziende produttrici, che hanno visto i loro coltelli esaminati gli sia venuta la voglia di testarli in primis in termini meno empirici


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Ciao.
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MessaggioInviato: Sab 03 Mag 2008-20:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

OT:
Fa piacere vedere un' azienda italiana partecipare a un forum di appassionati, Fantoni continuate cosi' :thumbsup:
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FANTONI
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-10:03 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi dovete scusare se nella fretta ripeto certe espressioni o certi, soprattutto, avverbi.
Cometutti, apprezzo molto tutte le critiche costruttive. Abbiamo avuto modo con Chris Reeve di andare a fondo di molti problemi riguardanti i coltelli in fatto di accuratezza sia meccanica che metallurgica (anche se su quest’ultima la nostra esperienza sia già molto avanzata). Ho constatato inoltre che nel lontano passato certe soluzioni meccaniche di Chris erano patrimonio delle ns/aziende. La corsa sfrenata alla riduzione del prezzo ha portato anche spesso alla decadenza qualitativa. Chris ci ha sempre ripetuto ed ancora oggi ci ripete che noi dobbiamo puntare all'altissima qualità in quanto non possiamo assolutamente competere per ovvie ragioni con i cinesi. E qui lo possiamo fare perché il confronto qualità-prezzo rende la produzione di alto livello conveniente per il consumatore.
Mi viene sempre in mente ciò che scrisse Michelangelo: "La perfezione è fatta di dettagli". E nel nostro caso non si tratta proprio di dettagli ma di passi avanti. Resto a disposizione per qualsiasi tipo di quesito che mi si vorrà porre sperando di essere in grado di rispondere
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-12:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi fa piacere sentire che puntate sulla qualità "assoluta" piuttosto che sulla realizzazione di prodotti di mediocre qualità a prezzi conenuti.

Del resto però, osservando il panorama italiano, si può subito notare come questo filosofia non sia molto seguita, nonostante alcune aziende come la vostra dimostrino le grandi capacità della coltelleria italiana, producendo però per conto terzi.

Mi fa piacere quindi vedere finalmente qualche coltello con marchio italiano, prodotto in Italia, in "nuovi" acciai, decisamente migliori rispetto a 440C e N690.

Mi auguro inoltre che le altre aziende seguano il vostro esempio, cercando di migliorarsi non solo sul piano dei materiali utilizzati ma anche su quello dell'effettiva funzionalità dei coltelli (perchè, materiali a parte, si vedono diversi modelli con geometrie di lama, biselli o impugnature più votati all'estetica che alla vera funzionalità).

Mi piacerebbe anche che non si seguissero "strade già percorse" e magari si provasse ad utilizare materiali ancora "sconosciuti" alla cltelleria mondiale (i cataloghi di molte acciaieri Europee e non hanno diversi prodotti molti interessanti).

Come avrà notato io guardo con particolare atenzione proprio agli acciai e ai materiali utilizzati nonostante le geometrie il tipo di cotruzione dei coltelli non sono certo fattori meno importanti da valutare.

Tengo a precisare che questo è solo il mio punto punto di vista, quello di un appassionato, e che le mie osservazioni e le mie critiche a volte sono anche dovute al fatto che ormai divese aziende publicizzano i loro prodotti con informazioni un po' fuorvianti, creando convinzioni errate in alcuni apassionati.

Saluti.
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-13:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi associo alle considerazioni di Templar riguardo la ditta Fantoni.

Sicuramente oggi in Italia questa ditta è quella più rivolta all'evoluzione e alla sperimentazione. L'apertura mentale dei titolari, acquisita attraverso una stretta collaborazione che da anni consolidano con aziende del calibro di Lonewolf, Gerber, CRKT, Chris Reeve e la passione per le lame del titolare "Renzo", spinge quotidianamente la Fantoni alla ricerca di nuove soluzioni e alla realizzazione di prodotti ben fatti e al passo con l’esigenze di un mercato sempre più attento e giustamente esigente.

Personalmente ritengo che con queste premesse, la Fantoni possa inserirsi in futuro a pieno titolo tra le aziende più rispettabili nel panorama mondiale dei coltelli.

Conferma, è l’elevata qualità di prodotti a oggi realizzati in collaborazione con aziende americane, dove spiccano tra tutti i coltelli Lonewolf su disegno Loveless.




L’Hide, coltello disegnato da Zatoichi e realizzato dalla Fantoni, denota ulteriormente questa volontà/passione di utilizzare acciai e materiali di alto livello ma soprattutto denota la volontà di costruire non solo secondo un proprio gusto, ma confrontandosi con soluzioni e idee diverse




Ulteriore esempio è il modello William W. Harsey HB 01 e HB 02

Dove nella versione piccola viene impiegato un CPM-S125V 62/64HRC raramente utilizzato e superiore al tradizionale S30V

Mi raccomando Renzo e Massimo, continuate così
Cinesino
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FANTONI
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-16:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Desidero precisare che il CPM - S125 V è stato da noi utilizzato su richiesta della CRUCIBLE in quanto ci faceva notare che alcuni suoi clienti non riuscivano a lavorarlo. Abbiamo prodotto solo una 30na di lame per ciascuno dei nostri modelli HB 01 & HB 02. E' un acciaio che richiede particolare attenzione. Non abbiamo fatto delle prove con la CATRA.
Certamente, data la composizione chimica, la durata del filo tagliente dovrebbe essere straordinaria.
Il CPM S 125 V al momento non verrà commercializzato.
Se volete vedere qualche cosa d'interessante visitate il seguente sito:
www.mzf.it/images/Presentazione%20S30v.pdf
Anche la Boehler ci ha lasciato un campione d'acciaio M390 con il quale dovremo fare delle prove appena possibile.
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-16:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io sull'Harsey HB 2 ci sto facendo un serio pensierino, ma non ho capito cosa significhi che al momento l'acciaio CPM 125V non verrà commercializzato, si intende il materiale crudo?
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-16:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non commercializzato, vuol dire che l'acciaio non è acquistabile. Potrei verificare se la Crucible avesse cambiato idea.
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-17:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

FANTONI ha scritto:
Desidero precisare che il CPM - S125 V è stato da noi utilizzato su richiesta della CRUCIBLE in quanto ci faceva notare che alcuni suoi clienti non riuscivano a lavorarlo. Abbiamo prodotto solo una 30na di lame per ciascuno dei nostri modelli HB 01 & HB 02. E' un acciaio che richiede particolare attenzione. Non abbiamo fatto delle prove con la CATRA.
Certamente, data la composizione chimica, la durata del filo tagliente dovrebbe essere straordinaria.
Il CPM S 125 V al momento non verrà commercializzato.
Se volete vedere qualche cosa d'interessante visitate il seguente sito:
www.mzf.it/images/Presentazione%20S30v.pdf
Anche la Boehler ci ha lasciato un campione d'acciaio M390 con il quale dovremo fare delle prove appena possibile.


Beh, del resto con il 3,25% di C e il 12 % di V rendono questo acciaio molto difficile da lavorare.

La resistenza all'usura infatti è mlto elevata e anche la quantità di carburi presenti allo stato incrudito dev'essere molto alta.

Vista la quantità di carbonio mi chiedo se sia un acciaio di tipo ledeburitico, come il D2 ad esempio.

La scelta di questo acciaio di sicuro ha i suoi vantagi e svantaggi.

Del resto il CPM S125V sarà molto difficile da riaffilare e adatto solamente a lme di piccole dimensioni.

L'M390 è un altro acciaio con elevata resitenza all'usura ma a differenza del S125V ha ben meno carbonio, vanadio e molibdeno (ha più cromo, ma i carburi di Cr sono comunque meno duri rispetto a quelli di Mo e V).

Immagino abbia una resistenza all'usura inferiore a quella dell'acciaio che state già utilizzando.

Personalmente, dato che in ogni caso entrambi gli acciai risulteranno abbastanza difficili da riaffilare, preferirei il CPM S 125 V, ma come già scritto è un opinione personale (anche perchè comunque non amo molto gli acciai con un tenore di carburi così elevato).


Saluti.
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-17:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Templar ha scritto:
(anche perchè comunque non amo molto gli acciai con un tenore di carburi così elevato).


Saluti.


Anche tu sei del partito "meglio che sia facile da riaffilare piuttosto che sia durissimo ma una volta chippato/perso il filo addio", oppure ne fai una questione più prettamente legata alla lavorazione?
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008-17:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Il mio discorso è legato alla praticità e funzionalità e non tanto alla difficoltà di lavorazione.

Infatti acciai con tenori così elevati di elementi formatori di carburi risultano molto difficili da riaffilare, senza valutare i problemi di chipping e cracking cui sono più soggetti i coltelli a lama fissa.

Quindi preferisco acciai un po' più semplici da riaffilare, anche sacrificando un po' di tenuta del filo (senza dover scendere a livelli di 420 o 440C).

Personalmente penso che rinunciando un po' alla resistenza a ossidazione e corrosione si possano trovare acciai che coniugano tenuta del filo molto buona, elevata resilienza e buona facilità di riaffilatura.

E' anche vero però che la resistenza a ossidazione e corrosione è un parametro abbastanza importante per i coltelli chiudibili, più che altro perchè la manutenzione può risultare un po' più difficoltosa (non necessariamente comunque) e perchè è maggiore la probabilità che lo sporco si accumuli vicino al tallone e sul codolo.

In ogni caso gli acciai a cui m riferisco hanno in generale una resistenza a ossidazione e corrosione paragonabile (o comunque simile)a quella di un seminossidabile come il D2.

Ciao.
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