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Coltelleria Collini :: Guarda l'argomento - L'arco come strumento bellico
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L'arco come strumento bellico
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Autore Messaggio
Brenno
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MessaggioInviato: Gio 12 Giu 2008-12:09 pm    Oggetto: L'arco come strumento bellico Rispondi con citazione

Come promesso, ecco qui la prima parte. Riguarda molto in breve l'arco occidentale.

L’arco è una delle scoperte più importanti mai fatte dall’uomo inquanto è il primo attrezzo in grado di rilasciare una grande energia a fronte di un minimo sforzo nell’usarlo: Le tracce più antica risalgono addirittura al paleolitico superiore (da 120.000 a 20.000 anni fa). Ci sono delle raffigurazioni di arcieri già nelle pitture di Altamira e nel sahara sono state trovate punte di freccia che risalgono a 50.000 anni fa....più o meno.

Comunque, a parte la storia evolutiva dell’arco, a noi interessa molto di più come funziona e il suo uso in battaglia.

Sono praticamente 2 le tipologie di arco. Quello semplice, cioè a D (il più famoso è il long bow inglese)
http://img146.imageshack.us/img146/6117/20063825nl1.jpg
e quello a tripla curvatura, quello composito ***, turco, partico, magiaro ecc. Nato nelle steppe asiatiche.
http://img146.imageshack.us/img146/1875/091blqm0.jpg

L’arco a D genralmente è ricavato da un solo pezzo di legno (ci sono esempi di questi archi anche composti da più legni o rinforzati, ma sono molto rari) ed è il modo più semplice ed antico di accumulare energia sfruttando le proprietà elastiche dei vari legni. Sono stati trovati archi in olmo in danimarca decisamente ben costruiti e che lasciavano intravedere una certa maestria e conoscienza da parte del costruttore.

Il famoso longbow inglese invece, era di tasso e la sua costruzione era estremamente complessa. Bisognava sfruttare le due parti del legno, cioè quella più giovane ed elastica per la parte esterna (di colore biancastro) e quella più vecchia e resistente per la parte interna (di colore rossastro). I nodi, http://img72.imageshack.us/img72/8669/nodibm8.jpg
non venivano tolti, ma venivano lavorati in modo da non rischiare di rompere l’arco durante l’uso (è un procedimento un po complicato, il nodo va lasciato e poi viene levigato in un certo modo). La sezione di questi archi era anch’essa generalmente a D, piatta davanti e convessa dietro.
http://img151.imageshack.us/img151/4238/classicdek4.jpg

Nonostante la bellezza e la precisione del lavoro, questi archi semplici erano comunque a basso rendimento. Cioè, serviva un grande spessore per avere una grande potenza. Questo però voleva dire che molta energia l’arco la consumava anche per spostare la propria massa e questo non gli consentiva delle performance durature. Un arco semplice, dopo un po perdeva l’elesticità delle fibre e calava di potenza. Tanto è vero che per ovviare a questo problema, ogni arciere doveva avere l’arco su misura e le fibre non venivano mai portate al limite delle loro possibilità. Erano aechi che subivano anche i cambiamenti atmosferici. Caldo, freddo, umidità ne variaveno le prestazioni. In compenso erano relativamente facili da costruire.

Come esempio prendiamo il più famoso, il long bow gallese.
Il suo funzionamento è molto semplice e si basa principalmente sul mantenere un certo angolo di lavoro fra corda e puntali. Se quest’angolo superava una certa apertura, l’arco perdeva potenza. Un’altra caratteristica per mantenere la potenza dell’arco era lo spessore centrale. Questo doveva essere sufficiente a finché tutto l’arco potesse lavorare ma non cedesse troppo sotto la trazione dei puntali.

Il risultato di questo lavoro erano archi da guerra che potevano raggiungere anche le 120 e alcuni dicono anche le 150 libre di spinta. Oggi sono stati costruiti archi simili come esperimento, e sono al limite dell’usabilità. Probabilmente i libraggi da guerra più comuni erano intorno alle 80/90 libre. Più che sufficienti a passare da parte a parte un soldato mediamente protetto colpito a una distanza di 40/60 metri o anche oltre.

Sul fatto di riuscire a bucare anche piastre d’acciaio, io ci andrei un attimo cauto. La qualità delle armature non era così scarsa. Magari le punte sfonda giaco http://img264.imageshack.us/img264/5659/sfondagiacogw3.jpg
riuscivano ad entrare, ma non tanto in profondità. Comunque davano sicuramente fastidio al malcapitato preso di mira.

può andare così?
Qualche domanda?
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felxilsanto
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-13:57 pm    Oggetto: Re: L'arco come strumento bellico Rispondi con citazione

Brenno ha scritto:
può andare così?

NO, vogliamo la seconda parte

Brenno ha scritto:
Qualche domanda?

SI, quando posti la parte riguardante l'arco giapponese e mi raccomando che sia corredato da una abbondante dose di foto ed anche di alta qualità.
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Collins
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-14:10 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Come sei brutale Fel :-D

Brenno ha scritto:
Sul fatto di riuscire a bucare anche piastre d’acciaio, io ci andrei un attimo cauto. La qualità delle armature non era così scarsa. Magari le punte sfonda giaco

Sono d'accordo; nel caso dei cavalieri poi, credo che fossero ben più esposti i cavalli.

Bello e interessante!

Personalmente ho qualche curiosità sugli archi occidentali utilizzati oltre al longbow, per caccia o battaglia. Sai dove posso trovarne qualche immagine?
Come si trasportava un arco? Smontato? Lo si proteggeva dagli agenti atmosferici (che so, avvolgendolo in un panno)?
Qualcuno sa come si procedeva nel caso di una ferita di freccia?
Si estraeva la punta con un procedimento particolare o si tirava via tutto "e che Iddio ce la mandi buona"?
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-15:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Collins ha scritto:

Qualcuno sa come si procedeva nel caso di una ferita di freccia?


Dovevi urlare "CERUSICO!!!" e sperare ce ne fosse uno in giro :-D
non so se dal punto di vista chirurgico eran molto raffinati
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-15:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie per la pasienza e dedicazione evidente della tua spiegazione, Sorriso

io che di archi non ne capisco...mi sarebbe piaciuto un disegnino con indicate i nomi di ogni parte componenete del arco Occhiolino Soddisfatto

Aspettero la seconda parte.... Occhiolino Soddisfatto
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Brenno
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-16:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Dunque, se ti colpiva una freccia come questa
http://img74.imageshack.us/img74/6751/puntaconbarbeme6.jpg
e non ti passava da parte a parte, per ragioni di protezioni o perché magari era a fine parabola e aveva perso la spinta iniziale, l'unico modo per estrarla era quello di farla uscire dall'altra parte. Non sempre, ma spesso era così.

Gli archi da guerra e non solo, di solito erano trasportati in appositi astucci di cuoio, questo per proteggerli il più possibile dalle intemperie. Anche le frecce erano protette durante il trasporto.
http://img180.imageshack.us/img180/341/tnarrowbagwx4.jpg
Una freccia danneggiata, non serviva a gran che.

In occidente è stato usato anche l'arco a tripla curvatura di derivazione asiatica, ma non ha mai preso piede perché era difficile da costruire e da usare, in più con la cultura della cavalleria, l'arco era considerato un'arma non nobile perché uccideva a distanza.
Solo dopo le crociate, dopo che i cristiani le hanno prese di santa regione dagli arcieri arabi, allora si è ricominciato a valutare l'arco come arma bellica (qui da noi erano più usate le balestre. Molto più potenti sul corto raggio, ma decisamente più lente). L'apice dell'arcieria occidentale sono state le battaglie della guerra dei 100 anni. Lì è stata la sua consacrazione definitiva.

Per l'arco giapponese, non ci sono problemi. Costruendoli, restaurandoli e riparandoli, posso dirvi vita morte e miracoli di come funzionano.
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-16:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

A realizzare un arco a tripla curvatura prova a immaginare che difficoltà a realizzarli all'epoca, senza contare i materiali, un arma molto complessa e costosa per l'epoca mi sa anche... o no?
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Brenno
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-16:25 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

si abbastanza costosa e soprattutto lunga. Ci sono tecniche di realizzazione di archi asiatici che, per arrivare ad un arco fatto e finito, ci impiegavano anche un anno.

Infatti gli arcieri mongoli di solito aveva un paio di archi armati che si portavano con se. Le ragioni erano diverse, oltre alla perdita dell'arma durante il combattimento o la rottura dell'attrezzo, se si rompeva una corda, l'arco per poter essere riarmato. Per poterlo fare, specialmente per gli archi da guerra, bisognava essere in due. Uno lo piegava e l'altro gli metteva la corda. Addirittura alcuni archi dovevano essere scaldati per poter essere nuovamente incordati. Questioni di cedimento del corno dei flettenti posteriori. Insomma, un gran casino se succedeva qualche cosa di simile in battaglia. Meglio averne un altro a disposizione.
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-17:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Brenno ha scritto:
Addirittura alcuni archi dovevano essere scaldati per poter essere nuovamente incordati
eh si... non ti ricoprda l'arco di un certo Ulisse? Cinesino
Ma io ho sentito parlare di archi simili anche nel periodo classico o sbaglio? però un conto è uno raffinato strumento da guerra fatto da specialisti, un conto è farsi uno strumento da caccia per campare e occasionalmente usare in guerra... senza contare poi di fornire un intero reparto di arcieri.
Nel caso dei mongoli o altre popolazioni deve essere qualcosa con una base di tradizione notevole e importanza come arma primaria a discapito magari di altre armi.
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Brenno
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-17:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

e si, proprio così.
Per i popoli della steppa era uno strumento fondamentale e ogni arciere si costruiva il proprio arco.......o almeno se lo faceva fare su misura.
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-17:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Magari proprio per una questione ambientale come ad esempio colpire un animale a lunga distanza nella steppa in cui nn ci si poteva nascondere agli animali ma c'era il campo libero per colpire a distanza... tutt'altra cosa delle selve europee, stò andando avanti per deduzioni eh :-D
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felxilsanto
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-17:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Collins ha scritto:
Come sei brutale Fel :-D


chi???
io???
ma se sono stato così gentile :-D.
per quanto riguarda il discorso Ulisse qualche anno fa a superquark (che dio benedica Piero ed Alberto Angela) fecero una puntata sul viaggio di Ulisse cercando di darne una spiegazione, per quanto possibile, logica.
uno dei punti trattati fu proprio la parte in cui i Proci non riuscivano ad armare l'arco mentre Ulisse lo scaldo' per riuscirci.
la spiegazione era che l'arco essendo composto da materiali diversi veniva scaldato proprio per far cedere le fibre.
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MessaggioInviato: Ven 13 Giu 2008-23:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

felxilsanto ha scritto:

per quanto riguarda il discorso Ulisse qualche anno fa a superquark (che dio benedica Piero ed Alberto Angela) fecero una puntata sul viaggio di Ulisse cercando di darne una spiegazione, per quanto possibile, logica.

Mah, l'odissea è quanto più di incerto esista. Da poco mi sto appassionando all'argomento "Popoli del Mare" ed ho dato uno sguardo a più e più versioni del poema. Effettivamente farne una ricostruzione sarebbe veramente un "dramma" ( :-D ) curiosità personale: l'isola dei Feaci dove l'avevano messa nel documentario? (e qui chiudo l'OT)
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felxilsanto
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MessaggioInviato: Sab 14 Giu 2008-11:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Lessà ha scritto:
felxilsanto ha scritto:

per quanto riguarda il discorso Ulisse qualche anno fa a superquark (che dio benedica Piero ed Alberto Angela) fecero una puntata sul viaggio di Ulisse cercando di darne una spiegazione, per quanto possibile, logica.

Mah, l'odissea è quanto più di incerto esista. Da poco mi sto appassionando all'argomento "Popoli del Mare" ed ho dato uno sguardo a più e più versioni del poema. Effettivamente farne una ricostruzione sarebbe veramente un "dramma" ( :-D ) curiosità personale: l'isola dei Feaci dove l'avevano messa nel documentario? (e qui chiudo l'OT)


E adesso chi se lo ricorda più Sorriso
per quanto riguarda la ricostruzione ovviamente il programma cercava di stare con i piedi a terra senza cavalcare troppo la fantasia.
Chiuso OT.
ed ora l'arco giapponese, chiaro Brenno????
pero' apri un post nella sezione orientale che parla dell'arco giapponese poi ci penso io a fare un collegamento a questo topic Cinesino
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MessaggioInviato: Sab 14 Giu 2008-19:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

[ OT ] Per quanto riguarda l'isola dei feaci temo tu debba cercare ancora a lungo: alcuni studiosi vogliono trasferire tutto nel mar baltico moltiplicando il numero di isole in cui cercare (per quanto loro dicano di aver trovato già tutto) [ /OT :-D ]

Per quanto riguarda l'estrazione delle frecce (non sono riuscito a vedere l'immagine ma suppongo sia una di quelle a spina di pesce) credo esistessero già al tempo dei romani delle pinze speciali per allargare le carni ed evitare di fare altri buchi e/o lacerare lo sfortunato. Se poi ti venivano infezioni o ti si bucava lo stomaco e gli acidi gastrici ti finivano erano fatti tuoi.
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Sciaraball
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MessaggioInviato: Sab 14 Giu 2008-21:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

felxilsanto ha scritto:
Collins ha scritto:
Come sei brutale Fel :-D


chi???
io???
ma se sono stato così gentile :-D.
per quanto riguarda il discorso Ulisse qualche anno fa a superquark (che dio benedica Piero ed Alberto Angela) fecero una puntata sul viaggio di Ulisse cercando di darne una spiegazione, per quanto possibile, logica.
uno dei punti trattati fu proprio la parte in cui i Proci non riuscivano ad armare l'arco mentre Ulisse lo scaldo' per riuscirci.
la spiegazione era che l'arco essendo composto da materiali diversi veniva scaldato proprio per far cedere le fibre.


mi permetto di intervenire dicendo che questo partioclare arco, quello di odisseo, appunto, era ancora più strano dato che non era una laminazione di legno corno e tendine, bensì era solo formato dalle due corna di un grosso montone ( la parte dorsale opportunamente appiattita) e dalla parte anteriore in tendine. al centro era incollato tra i due corni e avvolto con tendine. l'assenza del legno spiegherebb euno spessore maggiore del corno e quindi la ancor più elevata durezza e difficoltà nell'armarlo. è stato peraltro riprodotto da qualcuno di arcosophia, se nn sbaglio...ma nn ricordo se l'articolo era solo una descrizione o lo avevano anche fatto e provato. certo è che per piegarlo e armarlo si doveva scaldarlo e poi prima di tirare ti dovevi mangiare dodici uova fresche a zabajone...e dop nu bellu ruot d' sasiccij e puparul...e poi forse andavi a caccia...ciao! Sorriso Sorriso Sorriso
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MessaggioInviato: Lun 16 Giu 2008-10:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Eleùtheros, i cerusici avevano una valanga di strumenti per curare le ferite.....e alcuni erano veri e propri strumenti di tortura. Comunque non erano così incapaci come si pensa. Hanno trovato lo scheletro di un soldato della guerra delle 2 rose (seconda metà del 1400 in Inghilterra), era un uomo di circa 50 anni e aveva i segni di una 10ina o più di ferite curate, compreso le fratture di alcune ossa e addirittura cerano i segni di una frattura della mandibola curata.

Per quei tempi.............niente male.

Per l'arco giapponese, ok. Prima darò spazio allo yumi e poi agli altri.
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MessaggioInviato: Lun 16 Giu 2008-21:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sì, ricordo anch'io l'episodio della mandibola ricostruita.
Certo dopo l'operazione il paziente non deve avere avuto molto successo con le ragazze...un pò come il duca di Urbino!

Grazie delle risposte.
Anche gli archi occidentali erano così difficili da riarmare?
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MessaggioInviato: Lun 16 Giu 2008-22:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Gli strumenti esistevano, tutto il difficile stava nel trovare un cerusico competente, mooolto difficile. Devo ammettere che però il 50enne mi ha sorpreso. A dir poco fortunato.
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MessaggioInviato: Mar 17 Giu 2008-8:37 am    Oggetto: Rispondi con citazione

ha sorpreso anche gli archeologi. Sorriso

No, gli archi occidentali non erano difficili da armare. Infatti se non venivano usati, per impedirne la deformazione, venivano disarmati e lasciati nelle custodie. La corda veniva messa solo quando dovevano essere usati.

Gli archi compositi invece erano perennemente armati. Tanto il corno usato per rinforzare la faccia interna non cedeva mai. Un po come le fibre sintetiche di oggi. Un arco in fibra di vetro o carbonio può essere lasciato armato perennemente.
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MessaggioInviato: Dom 06 Lug 2008-21:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Perfetto, grazie mille.
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